Rossella Puccio - Palermo. Alcuni dipendenti confermano il mancato avvio dell'Ufficio del Centro Storico:Siamo in un ufficio fantasma!» Gli assessori Giuffé e Bazzi: «È una menzogna! L'Ufficio di Piano esiste e funziona»
Potrebbe profilarsi un danno erariale per il mancato avvio dell'Ufficio di Piano per il Centro storico in sostituzione del soppresso settore Città storica, come da delibere di Giunta (n. 277 del 23 dicembre 2013 e la n. 3 del 15 gennaio 2014) che hanno ridefinito l'assetto organizzativo della struttura comunale e le competenze dei servizi dirigenziali. «A oltre due mesi dal provvedimento – spiega l'avvocato Sisia, legale dei ricorrenti al Tar contro la soppressione del settore Città storica ‒ l'unico dato certo è che il personale comunale a esso preposto, circa 100 dipendenti, è sfornito di mansioni e competenze. Oltre al danno patrimoniale per le casse comunali, di esclusiva responsabilità della Giunta comunale, la perdurante efficacia delle delibere impugnate provoca un danno non quantificabile, connesso alla mancata approvazione dei progetti in itinere, alla mancata presentazione di nuovi progetti in assenza di chiarimenti che ne stabiliscano l'iter, alla mancata erogazione di finanziamenti già deliberati in attesa dei visti che erano di competenza dell'apposito ufficio all'interno del settore Città storica».
Un ex dipendente dell'Ufficio soppresso, l'architetto Beppe Cosentino, che insieme alla collega Teresa Pollaci è tra i firmatari del ricorso, aggiunge: «Siamo in un ufficio fantasma: a due mesi e mezzo dalla delibera non è mai arrivata nessuna lettera di trasferimento con i nuovi incarichi. Personalmente – spiega Cosentino ‒ ho il problema di capire chi dovrà firmare i miei atti. Se oggi qualcuno mi chiedesse quando verrà rilasciata una data concessione non saprei cosa rispondere. In questo marasma di incertezze tutte le attività sono rallentate, funziona solo il protocollo di entrata, quello di uscita è pressoché paralizzato. C'è poi chi sostiene che una concessione edilizia rilasciata oggi da Serafino Di Peri, dirigente dell'Edilizia privata di via Ausonia, possa essere illegittima, visto che nella delibera non è definito che l'Edilizia privata del Centro storico vada a finire lì».
Dura la replica degli assessori Agata Bazzi e Tullio Giuffrè: «menzogne, l'Ufficio è stato istituito ed è già funzionante». E per quanto riguarda la possibilità di produrre atti illegittimi, la Bazzi ribatte: «Gli atti li firma la Di Trapani. Neppure sanno chi sia il loro dirigente». Vari i profili di illegittimità argomentati nel documento predisposto dagli avvocati Davide Sisia e Mauro Terranova, in rappresentanza di un cartello di associazioni tra cui Salvare Palermo, Professionisti Liberi, Mandamento Tribunali, Movimento per la Difesa del Cittadino, Alab, Malaussene, a cui si sono affiancati professionisti e società che operano al centro storico, residenti, e 14 dei 15 consiglieri della Prima circoscrizione. Uno dei punti salienti è l'omesso parere del Segretario Generale Fabrizio Dall'Acqua, il cui compito è di accertare preventivamente la regolarità amministrativa e contabile.
Altro aspetto è la «violazione e falsa applicazione delle leggi regionali 15/93 e 25/93», in quanto la Giunta comunale non avrebbe il potere di sopprimere un Ufficio unico istituito con legge regionale, e tantomeno potrebbe disporre delle somme residue della L.R. 25/93. Le leggi regionali avevano infatti stanziato 170 miliardi di vecchie lire per il recupero del centro storico, e ulteriori 500 milioni per il potenziamento dell'Ufficio che doveva dotarsi di speciali caratteristiche e competenze tecniche. «Ci preoccupano le dichiarazioni del sindaco ‒ spiega Sisia ‒ circa l'intenzione di utilizzare i fondi residui, oggi circa 25 milioni di euro, per la messa in sicurezza e non per il recupero». L'assessore Bazzi ha corretto la cifra ridimensionandola a undici milioni e 700 mila euro, assicurando che quei soldi non verranno usati per la messa in sicurezza: «la Legge 25 è stata programmata l'ultima volta con una delibera del Consiglio comunale del 2010, che permette di usare tali fondi senza alcuna illegittimità».
Il sindaco Leoluca Orlando, nel corso dell'audizione alla IV commissione Ambiente dell'Ars 'in merito alla minaccia all'incolumità pubblica causata dallo stato di abbadono degli immobili del centro storico di Palermo', illustrando l'ipotesi di programma del Comune, ha parlato di una proposta di deliberazione all'esame degli uffici di ragioneria per rimodulare le somme residue della L.R. 25/93 da destinare al «recupero delle volumetrie di proprietà comunali che necessitano di intervento urgente». Il primo cittadino ha inoltre chiarito la volontà di tentare di destinare queste somme non soltanto per contributi a privati per ristrutturazione di immobili a uso abitazione, ma anche per interventi a sostegno delle attività produttive nel centro storico, nell'ordine di 5-6 milioni di euro.
Secondo il Comune dunque nessuna illegittimità. L'assessore Giuffè ha infatti risposto: «Verificheremo cosa il Tar possa delineare rispetto a una piena potestà dell'Amministrazione comunale con riferimento alla organizzazione degli uffici dei servizi. L'ispirazione della legge 25/93 è stata tutelata, perché l'Ufficio di Piano per il Centro storico è rimasto ed è stato inserito all'interno dell'area della Pianificazione del Territorio. In ogni caso la legge regionale è precedente alle legge sugli enti locali del 2000».