E' solo l'ennesimo atto criminoso che si consuma al centro storico di Palermo. E a lanciare l'allarme su quanto sta accadendo lì era stata la stessa Questura nelle scorse settimane a seguito di controlli e conseguenti arresti nella zona.
Sabato scorso, la Vucciria di Palermo, meta notturna prediletta da giovani e meno giovani, turisti e non, si è trasformata in teatro di violenza. Uno sguardo forse troppo insistente verso una ragazza ed ecco il classico "aggaddo" (litiglio) alla palermitana, con una quindicina di ragazzi che hanno iniziato a menarsela di santa ragione. E tra le botte è partita anche una coltellata.
Poi lo scappa scappa generale, urla, spintoni e l'arrivo del 113 ma solo a cose finite. Verso l'alba.
Antonio Ferrante, presidente dell'Associazione Vivo Civile non ci sta e si rammarica pensando che solo pochi giorni fa aveva chiesto all'amministrazione più controlli: «Avevamo chiesto – dice - la scorsa settimana, nel corso di un confronto radiofonico con l'assessore alle Attività produttive Marco Di Marco, che venissero pattugliate stabilmente la Vucciria e le zone franche della nostra città. Ancora una volta siamo rimasti inascoltati. Stavolta ci è scappato un ferito. E la prossima? Diciamo da mesi le stesse cose. Che è necessario un intervento deciso dove l'illegalità fa da padrona, a danno di tanti commercianti onesti, cercando di trasmettere il messaggio. E che le parti sane della città devono unirsi per riconquistare le zone ormai abbandonate al caos. Speriamo che, a differenza di quanto accaduto con la pronuncia del Tar sulla movida, l'amministrazione faccia un serio mea culpa e prenda finalmente quei provvedimenti che da mesi auspichiamo. Da parte nostra rimane la massima disponibilità a mettere al servizio della collettività le nostre competenze e le nostre idee per risollevare una Palermo ormai allo sbando sul fronte della sicurezza"
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