Nove articoli, incluse le disposizioni finali, 70 emendamenti e molte, accese, polemiche.
Si presenta così il ddl 241 "Costituzione dei consorzi comunali" , che oggi dovrebbe approdare all'esame dell'Aula. Il condizionale è d'obbligo perchè prima ci sono due importanti passaggi: l'esame della commissione e l'incontro tra il presidente della stessa commissione e il commissario dello Stato per una valutazione preliminare.
"Il ddl – si legge nel testo - si propone di dare attuazione al disposto di cui all'articolo 15, comma 2, dello Statuto prevedendo che nell'esercizio delle funzioni amministrative, laddove non svolte dalle città metropolitane, subentrino, in luogo delle attuali province, i consorzi di comuni ai quali viene riconosciuta valenza di enti territoriali di secondo livello".
Pochi articoli per avviare il processo di abolizione delle Province, dando sei mesi di tempo all'Assemblea regionale siciliana per dare una fisionomia più precisa ai consorzi di Comuni.
Il testo arriva in aula seguito però a da una coda di emendamenti e di polemiche.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, difende con forza il disegno. "Dire che il ddl sulle province è incostituzionale – spiega - significa dire che lo è lo Statuto regionale, che prevede i Consorzi dei comuni. L'abolizione è nell'agenda del Governo nazionale, invece di farcela imporre noi la anticipiamo. Con l'abolizione delle province avremo un risparmio annuo di 50 milioni. La verità è che chi si oppone alla riforma preferisce badare agli interessi della casta, del ceto politico da eleggere alla Provincia piuttosto che al bene della Sicilia".
Le opposizioni però annunciano battaglia.
"Questo testo – rincara la dose il capogruppo Pdl Francesco Scoma - non va bene e siamo pronti alle barricate all'Assemblea".
''Siamo pronti al dialogo sui temi della rivoluzione e dell'innovazione - dicono i coordinatori regionale del partito, Giuseppe Castiglione e Dore Misuraca - purchè siano veri e non finzioni propagandistiche. Il presidente accetti un confronto pubblico, scelga la sede, ma non continui a trattare questioni delicate con slogan populisti e privi di contenuto. Il testo è molto confuso - affermano - pone nell'incertezza istituzionale gli enti di area vasta, oggi previsti nella Costituzione e, allo stesso tempo, non affronta seriamente il tema del complessivo riordino dell'amministrazione regionale e dei suoi enti e società strumentali''. In altri termini, le indicazioni contenute nel disegno di legge ''invece di semplificare l'amministrazione pubblica in Sicilia, porterebbero a un sensibile aumento del numero di enti di area vasta (città metropolitane e consorzi comunali) senza al contempo razionalizzare l'amministrazione diretta e indiretta della Regione e senza ripensare l'organizzazione periferica dello Stato''.
E per sapere se le barricate sono diventate reali, attendiamo l'inizio della seduta.
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