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Abolizione delle Province, Crocetta incassa il sì dei grillini ma l’opposizione parla di bluff

 

Un disegno di legge articolato in pochi punti, che preveda l'abolizione ufficiale della Province, la nomina dei commissari, il rinvio delle elezioni, e un margine di sei mesi per consentire all'Assemblea regionale di varare una riforma completa.Ecco cosa ha deciso la conferenza dei capigruppo, dopo il via libera della Giunta regionale all'abolizione delle Province.

Per Crocetta si tratta "di una importante decisione collegiale sui primi articoli che sono le norme transitorie del passaggio dalle Province ai Consorzi dei comuni". "Siccome – spiega il governatore - incardinare tutto il testo del governo porterebbe ritardi all'approvazione della finanziaria, che deve andare in aula l'8 aprile, con senso di responsabilità intanto stabiliamo il principio che si istituiscano i Consorzi dei comuni e poi avremo sei mesi di tempo per normarli e farli entrare in esercizio".

"Siamo molto soddisfatti – dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd all'Ars - finalmente c'è un punto fermo: le Province regionali saranno superate, verranno sostituite da consorzi di comuni che riorganizzeranno e riassegneranno le funzioni, tagliando spese e sprechi. Adesso si gioca finalmente a carte scoperte, la proposta del Pd è chiara, nessuno può più bluffare: o si sta dalla parte di chi vuole superare le Province e del presidente Crocetta, o si sta dalla parte di chi vuol mantenere in piedi un sistema che moltiplica sprechi e poltrone".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'Udc che, con li segretario regionale Giampiero D'Alia, parla di "radicale riforma da fare in un tempo congruo. E' chiaro che una buona riforma necessita dell'annullamento delle elezioni, del commissariamento degli enti e di una riforma organica che porti in sei mesi alla soppressione definitiva delle province. Su questo testo - conclude il segretario regionale dei centristi - c'e' l'assenso dell'Udc, che rivendica il merito di aver evitato una legge-burla e un mero cambio di nome delle Province''.

All'assenso di Pd e Udc si associa quello del Movimento Cinque Stelle, fermo sostenitore della necessità di abolire le Province.

Di tutt'altro avviso però il centrodestra, che non risparmi attacchi al governatore spesso accusato di cedere alle pressioni dei grillini.

Pds-Mpa ribadiscono la paternità della riforma e sottolineano di aver presentato "un disegno di legge sulle Province, uguale a quello che la giunta Lombardo approvò nel 2000 che prevede il decentramento di funzioni regionali e la riforma dei liberi consorzi comunali". "Crocetta – afferma compatto il gruppo del Pds-Mpa - è impegnato solo a riempire le caselle dei commissariamenti, e i grillini, dediti alla spettacolarizzazione della protesta, piuttosto che scopiazzare o sintetizzare i nostri ddl, prendano integralmente atto di questa innovativa proposta sulla quale non abbiamo mai trattato".

Di "bluff" parla Nello Musumeci. ''La dichiarata soppressione delle Province – dice - serve a nominare subito nove fidati proconsoli chiamati per un anno a controllare le Province stesse, a cominciare dalla delicata fase delle elezioni comunali di maggio. La verità è che Crocetta vuole espropriare agli elettori siciliani il diritto di eleggere i propri rappresentanti del territorio, delegando questo compito alle oligarchie dei partiti attraverso le elezioni di secondo grado. Alla faccia della democrazia e della rivoluzione".

"Abbiamo evitato – commenta il vicepresidente del gruppo Pdl, Marco Falcone - che il governo, soltanto per un'esigenza propagandistica, portasse in Aula un ddl di istituzione dei liberi consorzi dei Comuni, in luogo delle attuali Province, il quale avrebbe creato confusione istituzionale e aumenti dei costi della Cosa pubblica". "Siamo consapevoli – aggiunge Falcone - che occorra superare l'attuale sistema ma che dobbiamo creare un ente intermedio nel cui corpus vengano convogliate le competenze di numerosi altri organismi, quali Iacp, Consorzi di bonifica, Ato idrici e rifiuti, ormai praticamente bolliti. Un nuovo ente, dunque, che sia più vicino ai cittadini e che, fra le conseguenze dirette, sia foriero di una reale riduzione dei costi".

"Auspichiamo buonsenso, ma constatiamo pressapochismo", commenta netto il capogruppo di Cantiere popolare Toto Cordaro. "La legge finanziaria nazionale 2012 ha valore sovraordinato e ha statuito che i commissari nel periodo di vacatio debbano essere i presidenti in carica e non, come vuole Crocetta, prefetti o viceprefetti – spiega - . "La nostra autonomia si scontra dunque con un principio costituzionalmente garantito. Se dovesse passare questo principio è certo che il commissario dello Stato impugnerà la legge e non promulgandola determinerà che il 26 maggio si vada al voto per il rinnovo dei consigli provinciali e per la rielezione dei presidenti delle Province nelle stesse condizioni di oggi".

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