Palermo. I borghi rurali degli anni Quaranta, disseminati nelle nove province siciliane e appartenenti al demanio regionale, potranno essere venduti ai privati.
Lo ha deciso l'Assemblea regionale siciliana approvando, con voto unanime, una mozione di cui è primo firmatario Nello Musumeci.
L'iniziativa vuole "salvaguardare alcuni di questi borghi con interventi strutturali, promuovendo un disegno organico complessivo che rimodula il rapporto tra gli antichi centri e le aree vicine e propone nuove funzioni di servizio e di promozione che si collegano in maniera più pertinente alla profonda trasformazione dei territori rurali e all'obiettivo di un loro sviluppo sostenibile''.
I borghi rurali, in stato di abbandono, sono: Gaetano Schirò, Portella della Croce, Vicaretto e Domenico Borzellino in provincia di Palermo, Bruca in provincia di Trapani, Pietro Lupo in provincia di Catania, Schisina, San Giovanni e Salvatore Giuliano in provincia di Messina, Baccarato in provincia di Enna, Petilia in provincia di Caltanissetta e Antonino Bonsignore in provincia di Agrigento.
I borghi rurali che non rientreranno negli interventi di riqualificazione adottati dalla Regione attraverso l'Esa, potranno essere venduti a privati, vincolandone la destinazione ad attività turistico-ricettiva e lasciandone inalterata la cubatura, per evitare speculazioni e devastazioni dell'importante patrimonio di architettura rurale. Spetta adesso al Governo, che in Aula ha espresso parere favorevole, adottare le iniziative conseguenti.