Il racconto del nostro testimone diretto dell'incidente di Ustica, Guglielmo Sinigaglia si arricchisce di una serie di dati. La comunicazione stranamente rapida dell'incidente, i collegamenti dei dirigenti dell'Itavia con il settore militare e gli interessi di Gheddafi in Italia rendono la verità storica sempre più plausibile e tristemente lontana da quella giudiziaria.
Stranamente la compagnia aerea Itavia aveva come vice-presidente il generale Cinti. La presenza di un così altro ufficiale ingenera qualche perplessità, considerando anche che l'Itavia si avvaleva di velivoli a nolo. L'obiettivo per noi era Gheddafi. Però non potevano permetterci di farci abbattere il suo aereo se qualcuno invece intendeva proteggerlo. Se però non arriva l'aereo, come tutti i piani strategici dicono, sono pronte una seconda e una terza mossa da attuare, per cui l'insurrezione ci sarebbe stata comunque. Così ci viene dato in pasto un altro aereo, che viene abbattuto credendo sia quello di Gheddafi. Quando ci viene comunicato che l'apparecchio e' civile, e' troppo tardi per attuare i piani di emergenza e chiaramente l'operazione fallisce. C'e' da rilevare in questo senso una cosa stranissima: il TG1 da' notizia del velivolo Itavia disperso alle 21:15. L'aereo ha l'impatto alle 20:56; e' passato troppo poco tempo per non destare il sospetto che qualcuno avesse interesse a comunicare subito ai media che un aereo civile era precipitato. Quando scatta un'operazione del genere non e' possibile fermarla. Hai dei piani strategici e sei inarrestabile. Nel momento in cui diventi operativo in queste cose non c'e' niente e nulla che possa fermarti: neanche il Presidente della Repubblica
Ma perché mai due politici italiani sarebbero pronti a far saltare un'operazione NATO congiunta da parte di quattro paesi, perché erano disposti a sacrificare dei cittadini innocenti?
"Allora, adesso deve scattare la seconda analisi: l'operazione si ferma, va tutto a puttane. Per capire Ustica bisogna andare avanti nel tempo: due mesi dopo alcune lobby economiche riconquistano i pacchetti azionari detenuti dalla Libia. La FIAT ad esempio, da "Fabbrica Italiana Automobili Tripoli", torna "Fabbrica Italiana Automobili Torino"; altro vantaggio strategico e' che decade il protettorato libico su Malta, ove il regime di Gheddafi stava costruendo rampe di missili. L'Italia riesce ad ottenere il petrolio, nonostante le difficoltà. Bisogna ricordare che il petrolio libico e' uno dei più pregiati perché contiene la più alta percentuale di benzina ricavabile dal greggio. E' tutta una concatenazione di eventi.§ Dalla registrazione delle conversazioni tra i piloti si e' scoperto che l'ultima parola di uno dei due e' stata "Guar...", che si presume stesse per "Guarda!". Avrebbe dovuto essere registrato anche l'ordine di passare da Ambra 13 ad Ambra 17 e di invertire la rotta, ma quelle cassette sono stranamente più corte della durata del volo. Quando vennero trovate si scoprì quest'anomalia macroscopica. Considerando poi che il volo e' decollato con un notevole, documentato ritardo, e che i due registratori entrano in funzione dal momento in cui si chiudono i portelli, pare ancora più strano che di questo lasso tempo non vi sia traccia nelle cassette. C'e' anche la possibilità che queste ultime siano già state ritrovate in precedenza, e che siano state manomesse e ricollocate dov'erano".
C'è un altro aspetto che è importante documentare, subito dopo l'ammaraggio del velivolo:
A bordo del Nimrod venimmo a sapere da loro che l'aereo era un velivolo civile italiano, e la base di Decimomannu ce lo confermò subito dopo. Il comandante del DC9 probabilmente diede disposizione di non abbandonare il velivolo, riuscendo a mantenere la tranquillità tra i superstiti, confortati nel vedere il velivolo imbragato. Stranamente un alto ufficiale della marina e poi deputato, Falco Accame, affermò in una nota dell'ADN Kronos che si potevano salvare parecchie vite umane dal DC9. Accame non specifica quale sia la fonte da cui attinge quest'informazione o se sia un episodio vissuto in prima persona. Resta certo però che l'onorevole Falco Accame ha sempre ribadito questa sua versione dei fatti.
Qualcun altro confermò questa teoria, il suo nome è Colonnello Sergio Bonifacio.
Continua...