Quando l'Italia è ad un passo dal chiedere un prestito al Fondo Monetario Internazionale, nel Belpaese viene catapultato Mario Monti e alla BCE arriva Mario Draghi, due uomini chiave nella fase due della guerra finanziaria. Mario Monti è autore, assieme a Klein, di un modello economico che spiega il meccanismo di regolazione delle banche e della moneta in regime di monopolio mentre Mario Draghi intende spingere ad un maggiore controllo dei bilanci europei tramite la promozione, in maniera graduale, della cessione di sovranità da parte dei paesi UE alla BCE. L'obiettivo è quello di far scrivere alla BCE le manovre finanziarie valide per i paesi europei aderenti alla zona euro. Al tempo stesso, sia Monti che Draghi sono i grandi consulenti della procura di Trani che ha avviato un controllo capillare delle attività delle agenzie di rating che hanno massacrato i paesi dell'Unione Europea, altra battaglia di questa guerra finanziaria che ci vede tutti coinvolti e che vivrà entro giugno uno dei suoi momenti cruciali.
L'unico modo per salvare l'Europa e l'euro è l'instaurazione di uno stato federale europeo a tutti gli effetti. Solo dando alla BCE uno Stato con cui dialogare il meccanismo del signoraggio bancario può reggere, a patto di una costante crescita economica.Tutto questo non piace affatto alla Germania, paese che vedrebbe pesantemente ridimensionata la sua capacità di manovra all'interno dell'UE e la propria autonomia politica. Nel 2012 il ruolo di traino dell'intero carrozzone europeo sarà sulle spalle dell'Italia di Mario Monti, in quanto da febbraio sia la Merkel che Sarkozy saranno proiettati sulla campagna elettorale che li vedrà presto sconfitti. Se in Francia la partita elettorale è aperta, con i socialisti alle prese con la destra ultrareazionaria di Le Pen, in Germania il leader socialista Sigmar Gabriel è stato chiario. Se eletto, riprenderà in mano il progetto europeo per portarlo alle sue estreme conseguenze. In un Europa in cui un italiano ed un francese saranno cittadini dello stesso stato, come accade per un californiano ed un texano negli USA, il rischio concreto è che il nuovo Stato Federale Europeo sia un mostro tecnocratico a guida bancaria.
Al momento infatti, la manovra economica è scritta dai parlamentari regolarmente eletti, ma il Parlamento Europeo, eletto da tutti i cittadini dell'Unione, non ha i poteri classici che spettano ad un organo legislativo. Non abbiamo strutture governative paragonabili a quelle di uno Stato e le manovre finanziarie del futuro Stato federale Europeo non possono essere nelle mani di un banchiere non eletto da nessuno. Anche la Banca Centrale Europea, nei fatti, è la somma delle singole banche private esistenti sul suolo europeo. Il rischio di una totale perdita dei nostri diritti fondamentali come cittadini è dietro l'angolo.
Non esistono infatti scenari alternativi all'euro, qualsiasi ritorno al passato è un salto nel buio non previsto dai trattati internazionali e dall'attuale establishment bancario ed inoltre, la soluzione di "unirsi per non soccombere" sarà presentata come l'unica medicina possibile in uno scenario che è destinato a peggiorare da qui a fine anno. Luca è scettico. Ci chiede se davvero non esistano altre soluzioni.
Noi ne abbiamo raccolte un paio, ma ve ne parleremo al prossimo appuntamento.