Quando per ottenere un miglioramento dell'ambiente in cui viviamo siamo costretti a vere e proprie battaglie, significa che qualcosa non funziona. Spesso, abbiamo additato la burocrazia, definendola come quel cancro che, una volta estese le proprie metastasi, ti conduce alla morte. Macabra metafora di una realtà che paralizza e mortifica ogni aspettativa di bene comune.
Non volendo, nè potendo, fare di tutta l'erba un fascio, citiamo con piacere un esempio, tra gli altri, di "voglia di cambiare le cose". In relazione agli ultimi avvenimenti, a Palermo, si sta mettendo in evidenza un'associazione, "Muovi Palermo", composta da ragazzi e ragazze, più ragazze ad onor del vero, che combatte sui fronti del sociale e dell'ambientale.
La caparbietà, la perseveranza, l'ostinazione e l'indignazione mostrate da "Muovi Palermo", hanno prodotto risultati notevoli, prima sulla questione delle famiglie che vivevano da anni nei containers di via Messina Montagne, finalmente con un tetto non di lamiera sulla testa, adesso su una parziale bonifica del porticciolo della Bandita e dell'area antistante, anche questo da anni nel più totale degrado. I tentativi di strumentalizzare l'opera di un'associazione che non agisce dietro nessuna bandiera, simbolo o colore politico ci sono stati e ci saranno. Ma in cuor nostro, da spettatori interessati e cittadini di Palermo, speriamo che le tentazioni, seppur forti, non inducano "Muovi Palermo" a snaturarsi, e fino ad oggi non è stato così.
E' indubbiamente più facile agire dall'interno di un sistema, che dall'esterno, ma l'anomalia di oggi dimostra l'esatto contrario. Una forza esterna coesa, e competente, e decisa, può più di quanto non possa una strategia pianificata sulla carta. L'induzione alla riflessione ce la dà il paradosso. In un momento storico particolare, a Palermo, questi ragazzi si sono accorti, da mortali, che anche il monte Olimpo si può scalare, e che l'immortalità, quella vera, non si raggiunge con la vita eterna ma con le azioni. Complimenti!