Secondo il mio pensiero, parlare di ideali politici, significa entrare immediatamente nel campo dei valori, infatti non può esistere un ideale senza che ci siano alla base dei valori, che, in forza dell'ideale, diventano irrinunciabili.
Nel bene e nel male ogni persona umana è strettamente collegata con le altre persone attraverso una rete di valori ideali comuni, di modi di pensare e di parlare, di tradizioni, di strutture economiche, di relazioni politiche.
Ne segue che far politica ha senso perché le cose hanno un senso e, la politica serve appunto perché non vada perduto il senso delle cose, della città, della storia.
E non faremmo un buon servizio alla nostra società moderna se proprio noi, risucchiati dalla giusta preoccupazione comune delle difficoltà gravi del nostro vivere politico economico e sociale, ci chiudessimo a ragionare in un orizzonte troppo limitato, diventando incapaci di renderci conto e di avvertire che, in fondo, le domande più radicali della moderna civiltà del benessere, tramontate le ideologie, tornano ad essere sempre più chiaramente domande di senso: senso della vita, del mondo, del lottare nella storia.
Da qui l'esigenza di scoprire questi ideali di volta in volta e adattarli alle nuove situazioni, partendo dai valori della famiglia, dell'educazione e del lavoro e arrivando alle forme di partecipazione in tutti i settori della vita culturale, sociale, economica e politica.
E' lecito chiedersi quante persone, dell'attuale classe dirigente, facciano politica per passione e quanti in realtà la facciano per interessi di varia natura.
Fare politica per passione non è un idealismo, ma dovrebbe essere la normalità, cosi come la storia ci insegna in molti dei suoi momenti, dove la figura del politico era quella di un uomo che in primo luogo doveva essere dotato di una sensibilità sociale, altruismo, onestà e di una preparazione culturale.
Effettivamente dovremmo chiederci, quanti tra gli attuali politici della classe dirigente abbiano tali caratteristiche e quindi assumersi tutti noi, la responsabilità della guida di un paese e diventarne punti di riferimento.
Qualunque lavoro o mestiere che implica un'elevata responsabilità nei confronti della gente, parte dal presupposto che si debba avere una preparazione di base specifica dell'argomento: la politica, ha una storia molto profonda e dalla quale nessun politico può prescindere.
In un contesto sociale come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da un forte appiattimento culturale, da una spaventosa assenza di motivazioni, da un accresciuto distacco dal mondo della politica, dalla stagione del disimpegno e della superficialità, è indispensabile riaggregare le forze sane della società.
E' necessario fornire risposte chiare, trasparenti, originali anche per certi versi, che tutelino il cittadino e che trasmettano il nostro impegno nel migliorare la situazione del nostro paese.
E' ora di smetterla con le solite risposte preconfezionate che cambiano indifferentemente schieramento data la loro caratteristica neutra.
Occorre fornire risposte concrete, responsabilmente calate sulle realtà che ci circonda, quella con cui facciamo i conti tutti i giorni, quella del cittadino medio che proprio non ne può più di teoremi astrusi e poco confacenti alla sua domanda su bisogni quotidiani e reali.
E' nostro compito quindi cercare di semplificare la politica, renderla vicina alle istanze della gente, ripristinare la legalità, ristabilire le condizioni elementari allo sviluppo della nostra regione.
Qui, oggi si tratta di superare l'istituzione "partito" che, rimane essenziale nell'organizzazione dello stato democratico, ma di riconoscere che si fa politica non solo nel partito, ma anche al di fuori di esso, bisogna contribuire ad uno sviluppo globale della democrazia con l'assunzione di responsabilità di controllo e di stimolo, di proposta e di attuazione di una reale e non solo declamata partecipazione civile.
Noi siamo consapevoli che il nostro impegno deve essere indirizzato alla risoluzione, dei problemi della nostra regione, elaborando progetti per rendere vivibile la nostra realtà quotidiana, controllando e denunciando disfunzioni e inerzie, esigendo con gli strumenti democratici messi a disposizione, che, la mensa non sia apparecchiata solo per chi ha il potere, ma per tutti.
Per un corretto svolgimento della vita sociale, è indispensabile che la comunità civile si riappropri di quella funzione politica poiché l'assenteismo, il rifugio nel privato, la delega in bianco, non siano più leciti a nessuno.