La cultura è il nostro spazio vitale, ciò che circonda e riempie la nostra esistenza attraverso contenuti espressivi di vario genere. Di industria culturale non possiamo farne a meno, oggi vestita maggiormente di tecnologia. Cinema, teatro, letteratura, televisione, danza, scrittura, musica, spettacolo tout court. Cultura è la presentazione di diversi linguaggi, del corpo, della mente, della voce, della musica e dell'immagine.
È anche socializzazione, rendersi partecipi al mondo attraverso il proprio modo di essere, il proprio stile.
Come si lega la città di Palermo ai vari processi culturali? Per immediata rete associativa è facile rispondere, si lega in modo confuso. La confusione si è sempre di più generata nel tempo a causa dell'avanzare convinto di chiunque si ritenesse capace nel produrre arte, pur non essendone capace nella realtà dei fatti.
Il gap sta proprio nella commistione tra cultura e finanziamento pubblico. Basta una conoscenza politica per mettere in piedi una "vetrina da palco", annullando aspetti qualitativi. Finanziare uno "spettacolo" è quanto di più facile la politica possa fare. Uno spettacolino non lo si nega mai a nessuno.
Così, il tempio dorato si è riempito sempre più di massa improvvisata, svuotandosi della reale bellezza ed unicità dell'arte stessa. Palermo è piena zeppa di produttori culturali, riconosciuti a livello nazionale ed internazionale, i quali spesso faticano a trovare il loro giusto spazio, causa mercato inflazionato. E magari tante nuove realtà sono ancora da scoprire.
La politica deve smetterla di fingersi competente in materia se non lo si è propriamente, esiste molto spreco di denaro pubblico nel settore. Deve fare arte, cultura chi ne è professionista perché talentuoso; il resto è solo un pacco confuso.
Palermo è una città fortemente culturale, crocevia di apparati di produzioni e consumo; bisognerebbe scioglierla soltanto dall'inganno politico.
L'arte e la cultura sono principi naturali di libertà.