E' tempo di rivelazioni comportamentali ed atteggiamenti mistificati, il motivo scatenante non è la conquista di un nuovo mondo, ma il momento politico-elettorale.
Già, perché tutto cambia in questa precisa fase della società civile; tutto ancor di più viene enfatizzato dall'uso nevrotico dei social-network.
Diventati primo luogo sociale della politica, oggi. Nulla di più effimero o, forse, nulla di più reale.
Il luogo sovrano rimane sempre il bar, simbolo evocativo dell'incontro.
L'identità digitale è esattamente ciò che si è nella vita reale. Puoi crearti, renderti in uno stile diverso, puoi fingere visioni e comportamenti e vetrinizzarti; ma una identità celata è più trasparente di una identità rivelata.
E quel tratto umano che sino al momento precedente alle consultazioni elettorali legava identità diverse, scoppia all'improvviso; perché non si accetta che chiunque altro possa avere una propria visione politica ed ideologica.
Il gesto immediato? Eliminare dai propri contatti.
Forse è bene così, perché quel tratto umano se deve essere retto dall'inutile superfluo, ebbene che non esista.
E nel bar, invece? Lì, la comunicazione non esiste, crolla se uno non la pensa come l'altro. Perché in molti vengono confusi dal momento politico, alla conquista di chissà quali trofei; non avere la capacità di discernere aspetti completamente differenti, quali la vita tout court e la politica in sé è devastante.
Una considerazione sull'uso dei social-network da parte dei politici e dei loro fans; non basta un twett per esser certi d'aver fatto comunicazione politica.
E' solo uno spot per pochi.