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Agenzia di Stampa Italpress
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Caro Covid 19 ti scrivo...

 Carissimo Covid19 o meglio conosciuto come Corona   Virus,

   comprendo che molti vorrebbero che iniziassi questa mia missiva con odiatissimo e non con carissimo, ma alla fine tu sei un essere vivente, come miliardi di altri, che lotta giorno per giorno per la propria sopravvivenza. È tragicamente chiaro che in questo tuo istintivo aggrapparsi alla vita deriva la morte di molti della mia razza. Quella umana.

Nella tua invisibilità ai nostri occhi, in questa che a tratti sembra una lotta impari per la sopravvivenza, hai viaggiato veloce, hai scelto noi, utilizzandoci come veicolo per la tua propagazione a livello planetario. Sei riuscito a snaturare la nostra biologica natura di esseri sociali isolandoci gli uni dagli altri, sei riuscito a mandare al collasso quello che noi credevamo essere un sistema sanitario efficiente e dove non lo era ci stai mettendo davanti all’evidenza.

Come un fantasma hai fatto chiudere negozi, fabbriche, alberghi, studi professionali, reso le nostre strade deserte, portando con te un altro compagno tanto invisibile quanto devastante e pericoloso: la paura. Si, sei riuscito a metterci davanti a tutte le nostre fragilità, alla nostra degressione e ipocrisia sociale, ci hai posto innanzi alle nostre continue lamentele ricordandoci che però nessuno di noi si spende concretamente per cambiare le cose. Sei di fatto riuscito a minarne le fondamenta più granitiche del nostro quotidiano modo di vivere.

Tu giustamente continui la tua lotta per la sopravvivenza ma intanto il nostro mondo lo stai facendo cambiare con conseguenze che pagheremo ben oltre la tua stessa esistenza. Ti sei riuscito anche a insinuare, in quello che dal dopo guerra ad oggi credevamo essere l’unico status symbol possibile: il benessere economico. Il nostro sistema economico-finanziario sta crollando creando milioni di disoccupati, sei riuscito perfino a contagiare questo che non è un organismo vivente ma fatto da numeri e diagrammi, a cui però abbiamo dato il potere di condizionare la nostra vita. Ti parlo del nostro ormai distorto modo di generare economia che forse da un po’ di tempo a questa parte ci è sfuggito tra le dita delle mani, di quelle stesse che oggi dobbiamo continuamente lavare per arginare la tua diffusione, per ucciderti e sopravvivere noi. Ma questa volta, rispetto a tutto ciò che hai generato, la mia razza non potrà più pensare di fare come Ponzio Pilato e lavarsene semplicemente le mani, gli uomini pagheranno un prezzo altissimo per la tua improvvisa comparsa. Che la tua fine caro Corona Virus possa rappresentare per noi un nuovo inizio una stagione diversa che ci faccia maturare ed essere migliori, perché nella nostra legittima lotta per far soccombere te e garantire la nostra di sopravvivenza spero avremo la capacità di trarne i giusti insegnamenti.

Nel salutarti, spero che tu perisca presto, ma altrettanto auspico che il messaggio che ha generato la tua esistenza rimanga indelebilmente vivo in ognuno di noi. Mi dispiace per te, ma a vincere questa battaglia, anche se provati e fiaccati, saremo noi e non tu.

                                                                                                        di  UGO PIAZZA