Dopo il rinvio dello scorso 6 giugno, oggi si terrà il processo a carico dei tre ex dirigenti della Fincantieri di Palermo (rinviati a giudizio dal gup Maria Pino), Luciano Lemetti, Giuseppe Cortesi e Antonino Cipponeri, accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime. Secondo l'accusa, i dirigenti dello stabilimento navalmeccanico siciliano non avrebbero adottato le misure di sicurezza previste dalla legge rendendosi responsabili della morte e dei danni patiti dagli operai che, per essere stati esposti all'amianto, hanno contratto forme tumorali gravissime e, in diversi casi, addirittura letali. I tre imputati sono già stati condannati in primo grado in un altro processo, per 29 dei 37 omicidi colposi contestati. Gli ex dirigenti sono stati condannati a sette anni e sei mesi, sei anni e tre anni a questi però vanno tolti i tre anni dell'indulto. La sanzione pecuniaria invece non subirà alcuno sconto: Il giudice ha liquidato una provvisionale immediatamente esecutiva di oltre 5 milioni di euro (da ripartire tra gli enti costituiti a giudizio quali l'Inail e la Fiom, Legambiente, Associazione Esposti Amianto, Medicina Democratica, Camera del Lavoro e familiari delle vittime cui andranno, sempre a titolo di provvisionale, complessivamente un milione e 455mila).
Ma il filone Fincantieri, va a legarsi a quello della Tirrenia. Un collegamento che, benchè (ancora) dalla magistratura non sia stato fatto, sono stati i familiari di vittime dell'amianto a fare. Raccontando le loro storie, lontane eppure molto, troppo simili e in cui le parole ricorrenti sono lavoro, amianto, tumore, navi, Tirrenia, morte.
Giovanni Aiello, palermitano, figlio di Pietro Aiello un marittimo della Tirrenia, morto di mesotelioma (un tumore maligno della pleura, causato dall'amianto) assistito dagli avvocati Pietro Gambino ed Ezio Bonanni, ha presentato denuncia per omicidio colposo presso la procura di Palermo, trasferita successivamente a Napoli, contro gli amministratori e i responsabili della sicurezza di Tirrenia di Navigazione. Secondo le perizie redatte dai consulenti del Gip nel processo Fincantieri, risalenti all'anno 2003, è accertata la presenza di amianto in almeno tre navi di Tirrenia costruite nei cantieri di Palermo, ancora oggi in esercizio: "Nomentana", "Flaminia", "Aurelia". E proprio su queste tre navi ha prestato servizio per anni un ex marittimo della Tirrenia Giovan Giuseppe Cuccaro, affetto da mesotelioma pleurico (come Pietro Aiello), che ha denunciato la presenza di amianto friabile e compatto nelle strutture delle navi della compagnia di navigazione che stazionano e hanno stazionato nel porto.
Da questa denuncia, due settimanefa è stata aperta un'indagine dal procuratore della Repubblica del Tribunale di Crotone, Raffaele Mazzotta, affidata al pm Gabriella De Lucia. Al momento da parte degli inquirenti c'è il massimo riserbo e non è stato svelato se il procedimento sia a carico di ignoti o meno. Al vaglio della Procura crotonese, c'è è materiale fotografico attestante il pericolo di dispersione delle fibre, trattandosi di navi e pertanto strutture soggette a vibrazioni continue. Ma l'intreccio continua, e si sposta fino a Gaeta, dove nel 2007 è morto Pietro Spinosa, che aveva lavorato anche sulla Domiziana. Denunce analoghe sono al vaglio delle procure di Padova e Torino.
Ruolo fondamentale in termini di supporto e consulenza ai faniliari delle vittime, ha in tutto questo l'ONA, l'Osservatorio Nazionale Amianto .
Torniamo ai legami tra Fincantieri e Tirrenia. Cinque navi Tirrenia, risultano costruite presso i Cantieri di Palermo e sono precisamente: Sicilia, Calabria, Petrarca, Pascoli e Lazio, mentre per almeno altre 8 navi, sono stati fatti lavori di restauro presso Fincantieri Palermo: Aurelia, Nomentana, Flaminia, Domiziana, Emilia, Torres, Arbore, Capo Spartivento. Pietro Aiello è stato imbarcato, durante la sua carriera 1957-1996, in tutte le navi che abbiamo riportato. Ad oggi, le navi Clodia, Aurelia e Flaminia, fanno parte della flotta attuale Tirrenia.
I Filoni del processo ai tre ex dirigenti Fincantieri sono 6. Il primo processo, vedeva gli imputati rispondere di 69 casi per omicidio colposo e lesioni gravi. Le parti offese, tra operai vivi e i prossimi congiunti, erano 128. Il secondo processo è ancora pendente e gli imputati sono chiamati a rispondere di 39 casi tra decessi e lesioni gravi, con circa 82 parti offese, il terzo processo è ancora pendente e gli imputati sono chiamati a rispondere di 6 casi tra decessi e lesioni gravi, con circa 30 parti offese, il quarto processo è ancora pendente e in questo caso gli imputati sono chiamati a rispondere di 8 casi tra decessi e lesioni gravi, con circa 17 parti offese. Il quinto processo è ancora pendente e sono10 i casi di cui devono rispondere, tra decessi e lesioni gravi, con circa 16 parti offese. Nel sesto filone, ancora nella fase preliminare essendo stato disposto l'incidente probatorio dal GIP, il dott. Ricciardi, gli indagati sono chiamati a rispondere di 22 casi tra decessi e lesioni gravi, con circa 53 parti offese. 145 sono gli operai tra lesi e deceduti, mentre le parti offese circa 326.
Il numero non è definitivo, perché restano fuori tutti quei lavoratori deceduti prima del 1998, e quelli che, purtroppo, lo saranno nei prossimi anni a causa della latenza della malattia che insorge a distanza di circa 30 anni dall'esposizione. Va precisato inoltre che per i marittimi (coloro che stanno sulle navi) si parla di esposizione indiretta all'amianto, per i lavoratori di Fincantieri di manipolazione diretta e quindi era più facile che le fibre si attaccassero ai vestiti e che per questo le stesse fibre poi entrassero in contatto con altri soggetti, come le mogli dei lavoratori che per anni hanno lavato gli indumenti, le divise da lavoro.
Per essere chiari: Fincantieri è l'azienda che opera nelle costruzioni e riparazioni di navi mercantili e militare. Tirrenia navigazione Spa, è la più grande società marittima statale. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 5 agosto 2010 è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria in seguito alla dichiarazione di insolvenza con sentenza del 2010. Entrambe sono controllate da Fintecna, l'una per il 99,3 per cento, l'altra per il 100%. Fintecna è una società finanziaria italiana a sua volta è interamente controllata dal Ministero dell'Economia e del tesoro.
La domanda è: lo Stato avrebbe dovuto tutelare e salvaguardare i lavoratori? E i passeggeri che da anni viaggiano sulle navi della Tirrenia, in particolar modo gli autotrasportatori?
Intanto, attendiamo notizie in merito all'udienza di oggi al Palazzo di Giustizia, ed è bene ricordare che è nel 1992 che l'amianto è stato vietato in Italia, con la legge 257. E a tal proposito, sarebbe opportuno capire che fine abbia fatto tutto l'amianto dismesso alla Fincantieri Palermo.
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