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Agenzia di Stampa Italpress
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Da Siracusa, da Catania, da Floridia, Grammichele...ma i palermitani, dov'erano?

Dalle otto di stamattina, insieme ai Forconi, di storie da raccontare, sulla gente onesta, i lavoratori, quelli "veri", quelli che si spaccano la schiena e le mani, ce ne sarebbero tante. Stremati dal freddo, in un momento di pausa, seduti per terra davanti alla Regione, cominciano gli scambi di idee nell'attesa della risposta da Roma, che prima delle nove di stasera non arriverà. Le mie idee le scambio con Totò, Giuseppe, Salvatore che vengono da Grammichele , nel catanese.

La prima cosa che mi chiedono è "Dove sono i palermitani? Dove sono i tuoi amici? Dov'è la società civile?" Non so cosa rispondere. Di fatto oggi eravamo non meno di 10 mila, ma palermitani ce n'erano forse un centinaio, scaglionati nell'arco della mattinata. La società civile non c'era. Studenti, pochi. Inutile tergiversare o trovare giustificazioni, perché al di là dei movimenti, al di là del colore politico, ognuno di noi ha una testa pensante, indipendente dagli altri e in piazza i palermitani non c'erano, nemmeno come singoli cittadini.

Credo sia impossibile che su una popolazione di un milione di abitanti, solo un centinaio di persone siano d'accordo con i motivi di questa protesta. Che solo un centinaio di persone abbiano avuto voglia di vedere coi loro occhi, di farsi un'idea personale su questa protesta e su chi la porta vanti, dopo tante cose dette, di andare oltre le bandiere. Credo sia impossibile, ma forse devo ricredermi. Loro di Grammichele sono straniti. Totò, lavora da quando ha 16 anni, è sposato e ha tre figli e quando non riesce a guadagnare abbastanza da far magiare i suoi familiari, lavora in campagna. Sono stanchi, stremati, ma non intendono andare a casa. Lì nel loro paese che conta 15 mila anime, (fino a qualche anno fa ne contavano almeno 5 mila in più), ieri hanno occupato il Comune. Erano un centinaio. Hanno presentato un documento in dieci punti che è stato approvato, proprio ieri. Hanno chiesto:

- Riduzione al minimo dell'indennità di dirigenza e del numero dei dirigenti

- Moratoria degli accertamenti Tarsu extra, ruolo 2009 e sospensione immediata dei pagamenti

- Verifica da parte del Comune delle bollette S.I.E. entro 150 giorni e rateizzazione maggiorata

- Rinunzie al gettone di presenza e alle indennità di cariche dei consiglieri e della giunta

- Eliminazione degli affidamenti diretti di lavori e forniture

- Modifica dello statuto comunale per ridurre da 7 a 6 gli assessori fino all'entrata in vigore della nuova legge sugli enti locali

- Pagamento entro 30 giorni, delle commesse artigianali ecc.

- Istituzione dell'ufficio unico per l'acquisizione beni e servizi

- Riduzione degli stipendi dei parlamentari

- Proroga degli incentivi per gli acquisti di terreni agricoli

Loro ci sono riusciti. Discutibile l'occupazione, che comunque è durata qualche ora, un gesto più che altro simbolico. Il consiglio comunale ha deliberato, approvando tutti i punti. I palermitani non riescono invece. Da anni chiedevano ad esempio che il sindaco andasse via, ma si è dovuto aspettare che Cammarata desse da solo le dimissioni, la scorsa settimana. E i nostri consiglieri comunali? Che  per stare lì, a fine mese si portano a casa circa 3 mila euro (tolto il secondo stipendio che molti di loro hanno)? In due anni, più o meno da quando hanno presentato la prima sfiducia contro il sindaco, non sono mai riusciti a raggiungere il numero legale per approvarla. Numero legale mancato, va ricordato, anche per gli esponenti dell'opposizione.

C'è poco altro da dire, ma molto su cui riflettere. Vi lascio alla foto di queste due mani. Le mani di uno dei tanti lavoratori, onesti, arrivati stamattina all'alba, dall'altra punta della Sicilia.