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Abusi e violenza sessuale su un bimbo bengalese. In 3 agli arresti

i2Ad appena undici anni era costretto ad una fatica immane, costretto a vendere in strada, ai semafori,  pacchi di fazzolettini, a sobbarcarsi percorsi estenuanti, a fare una vita che sarebbe stata dura anche per un adulto. E' quasi per caso che questa triste storia sia stata scoperta.

Due anni fa, il bimbo, ingenuamente, tentò di vandere un pacco di fazzolettini di carta ad una pattuglia della polizia. La quasi totale implorazione del piccolo, convinse gli agenti a saperne di più, e ful lì che iniziarono le indagini. Il bambino viveva presso degli zii, che però si spacciavano per genitori.

Lo avevano portato in Italia con loro, iscritto a scuola, dove non andava quasi mai, e dove però era stata notata la sua generosità. Gli stessi zii adottavano dei comportamenti discriminatori nei suoi confronti, ad esempio nella distribuzione del cibo, che non veniva spartito in parti uguali tra i figli naturali ed il bimbo in questione.

Inoltre, veniva costretto a lavorare per guadagnare. Ma le indagini non si fermarono, e purtroppo le successive scoperte furono terribili. Un vicino di casa degli zii avrebbe infatti violato ripetutamente l'innocenza del bimbo, costringendolo ad atti sessuali.

La famiglia, se così può essere definita, viveva in un popoloso quartiere del centro storico di Palermo. Gli agenti della Squadra Mobile della sezione "reati sessuali ed in danno dei minori" su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, Agostino Gristina, su richiesta del Pm, Laura Vaccaro,  hanno arrestato sia gli zii, adesso agli arresti domiciliari, che il pedofilo, palermitano di 47 anni, ora rinchiuso in carcere. Il bimbo, invece, da tempo, è stato affidato alla custodia di una casa famiglia.