Un Renzi convinto e convincente. Ora attendiamo i fatti

 

Il giudizio più feroce che ha ricevuto in queste ore, mi riferisco a Matteo Renzi, è che ha parlato più da sindaco che da premier. Vedremo come andrà a finire con la fiducia, a Montecitorio è direi scontata nei suoi numeri alti, a Palazzo Madama è passato con 169 voti a favore. Anche nel Pd molti hanno espresso contestazioni e manifestato mal di pancia. Io stesso, dopo avere ieri twittato positivamente su Renzi, ho riscontrato delle garbate critiche da parte di amici e sostenitori. Credo, invece, che avere definito il suo discorso tipico di un sindaco piuttosto che di un presidente del consiglio sia un complimento, un grande complimento. Ho già dato conto di ciò che penso di questo giovane diventato, in breve tempo, non solo il leader del più importante partito del centrosinistra ma anche il centro di gravità della politica italiana. Adesso, dopo averlo ascoltato dal banco del governo al Senato, mentre parlava a braccio del programma del suo Esecutivo, credo di potere affermare che lui è riuscito ad apparire convinto e convincente. M'è sembrato di trovarmi davanti a un leader europeo, soprattutto ha messo anima alle cose che diceva. Forse per questo sembrava che parlasse da Palazzo Vecchio. Mi ha colpito piacevolmente l'enorme spazio dato alla Scuola e agli insegnanti; ha reso più umano e meno politichese il suo intervento richiamando fatti e persone, in carne e ossa, con i loro problemi spesso di sopravvivenza, di mancanza di lavoro, di prospettive; continui i riferimenti ai giovani. Per me, che da sempre ho creduto in una politica in cui trovassero posto il cuore, i sentimenti, è stato significativo sentire termini come "guardare negli occhi", "sognare", "coraggio", "è possibile", e altre espressioni che evocano la speranza, la fiducia, la volontà di cambiare e di crederci. Importanti i passaggi sulla necessità di una reale semplificazione amministrativa e di un nuovo rapporto tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione, in particolare con il Fisco sentito dagli stessi onesti come un nemico. Certo, probabilmente avrebbe dovuto dedicare attenzione su alcune questioni irrisolte, come le tante pagine oscure della nostra storia repubblicana, in particolare quelle riguardanti le ambiguità sulla lotta alla mafia, sulla stagione delle stragi e sulle possibili trattative intercorse tra lo Stato e Cosa Nostra. Io non voglio firmare cambiali in bianco, aspetterò i fatti. Però, dopo vent'anni di degrado etico, istituzionale ed economico del nostro Paese sono disposto ad attendere sei mesi con un ragionevole ottimismo, quasi siamo obbligati ad avere fiducia. Del resto, non oso immaginare cosa accadrebbe se Renzi si dovesse rivelare un fallimento o un bluff.

Pippo Russo