Ha scelto di spiegare pubblicamente quanto accaduto ieri e che lo ha coinvolto in prima persona. Cracolici, indagato nell'ambito di un'inchiesta partita nel 2012, è accusato di peculato insieme ad altre 96 persone tra deputati Ars e capigruppo. Ha scelto di parlare all'opinione pubblica prima ancora che ai magistrati che lo hanno convocato per il prossimo 14 febbraio.
"Sarà un San Valentino particolare – dice l'ex capogruppo del Pd – ma avrò modo di rispondere a ciò che mi viene contestato"
Ciò che gli viene contestato intanto è da legare a tutte le spese del gruppo Pd in quanto capogruppo e dunque è lui che ne risponde. Onori ed oneri, insomma.
"Se comprare l'acqua per i componenti del gruppo è reato, io non lo sapevo – dice Cracolici – e lo stesso vale per i necrologi. Poi ci sono i regali, come quello di nozze, fatto per la figlia di un collega. La cifra è stata presa dal conto del gruppo, che è un conto unificato. Ognuno di noi ha messo circa 100 euro. Ma credo che uno dei problemi sia anche questo, il fatto che nel conto corrente non possa essere fatta una distinzione tra le diverse entrate. Le fonti di finanziamento sono diverse,ci sono le quote per i portaborse, quelle le indennità per i deputati, e la parte di indennità di ciascuno parlamentare che viene trattenuta e l'Assemblea trasferisce nel conto corrente del gruppo. La procura parla di "anticipi indebiti" sul contributo per i Portaborse espettante ai deputati del Gruppo Pd, ma quelli non sono anticipi e dimostrandolo verrà meno l'accusa".
Poi Cracolici ha ricordato che "L'avvocatura dello Stato dice che fino alla 15esima legislazione non era previsto alcun obbligo di rendicontazione" e dunque non ci sono le regole in questo, in materia di rendicontazione. Io ho fatto la rendicontazione. Mi dicono che quelle spese non potevo farle, ma chi me lo vieta? Certo poi ci sno spese che non si possono inserire tra quelle "istituzionali", come l'acquisto di borse Louis Vuitton per fare solo un esempio, ma io posso rispondere del mio e lo farò, ma primo dovrò capire io stesso di cosa stiamo parlando".
Oltre dunque alle spese contestate e a cui Cracolici è chiamato a rispondere in quanto capogruppo, ci sono anche quelle di cui dovrà rispondere personalmente. Come si legge nell'ordinanza della Procura, Cracolici ha "Richiesto ed ottenuto dal Gruppo Pd, il pagamento di spese ad egli riconducibili, attravero indebiti anticipi sul contributo c.d. Portaborse a lui spettante per complessivi euro 110. 626,33", oltre ad altre somme minori.
"Io vorrei dire solo una cosa - conclude -, non siamo tutti ladri. Ormai si tende a fare di tutta l'erba un fascio, ma non siamo tutti uguali. Io non mi sono mai arricchito. L'accusa di peculato è gravissima e mi auguro di uscirne presto e per come è giusto".
E in fine una ruflessione sugli attacchi mediatici a Davide Faraone, tra gli indagati e neo responsabile Welfare della segreteria nazionale del Pd di Renzi . "Il killeraggio mediatico su Davide Faraone è assurdo - dice - quello che sta accadendo sulla stampa nazionale è vergognoso. E' già etichettato come un criminale ancora prima che emergano i fatti, la verità".
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