Sì a bilancio e finanziaria, passa il reddito minimo

ars3Palermo - Il sì è arrivato a tarda notte e in un contesto come minimo singolare, ovvero la notifica di tredici avvisi di garanzia agli ex capigruppo della scorsa legislatura per le spese sostenute dai gruppi.

L'Assemblea regionale siciliana ha approvato la Finanziaria con 39 voti a favore e 22 contrari. Un solo astenuto, il deputato del Nuovo centrodestra Vincenzo Vinciullo. 22 gli assenti al momento del voto.
Disco verde anche per il bilancio, con 22 "no" e 44 "Sì".

Tra le norme approvate quella che istituisce il reddito minimo per le famiglie povere, con un assegno non superiore a 400 euro al mese, per ora soltanto nel 2014. Viene creato un fondo di 15 milioni di euro, che sarà incrementato "grazie ai risparmi derivanti dai ribassi d'asta relativi a contratti di servizio stipulati dall'amministrazione".

LE REAZIONI

"Dal 2005 - dice il presidente della Regione Rosario Crocetta - non si approvavano all'Ars un bilancio e una finanziaria a gennaio, senza ricorrere all'esercizio provvisorio". Crocetta ha detto di essere "soddisfatto" perchè sono state approvate "molte norme importanti come quella che cancella le società partecipate".

Anche Luca Bianchi, assessore al Bilancio della Regione, si dice "soddisfatto" e sottolinea come "fino a un anno fa si parlava di rischio default, invece noi stiamo proseguendo sulla linea del risanamento con 300 milioni di euro di tagli per i lavoratori precari". E ha annunciato che la Finanziaria "potrà essere completa" solo "quando si approverà il ddl cosiddetto 'salva imprese'".

"Soddisfazione e delusione: questi sono i sentimenti che proviamo di fronte a questa finanziaria" per Marco Falcone (Fi). "Soddisfazione per aver fatto accogliere dal governo le nostre proposte per mettere in sicurezza e rafforzare i conti della Regione, delusione per una legge che, aldilà della facciata, non sostiene ne' le categorie deboli, ne' quelle produttive". "Avevamo chiesto - dice - maggiori misure di vero sostegno alle categorie produttive che mai come oggi versano in condizioni di default, misure che fronteggiassero l'emergenza sociale siciliana, ma il governo ha inteso affrontare l'attuale, gravissima crisi con norme spot e, comunque, istituendo dei fondi più di facciata che di concreta e reale dotazione finanziaria. Non è mancato, infine, il solito assalto alla diligenza, cercando di far diventare gli artt. 18 e 46 le nuove due norme di spesa, su cui caricare aspettative e richieste di numerosissimi deputati di maggioranza, anche in questo caso grazie al nostro intervento si è evitato il peggio".

"Con il senso di responsabilità di cui l'Isola e la sua situazione di crisi necessitano - dice il capogruppo Ncd all'Ars Nino D'Asero. - ci siamo mossi nelle commissioni e in Aula, in questi mesi, fino alla chiusura della sessione di bilancio. Non abbiamo ostacolato l'iter per l'approvazione dei documenti contabili, pur esprimendo voto finale contrario". "A fronte di una serie di articoli apprezzabili nel loro concetto, si evinceva da subito l'impossibilità della loro messa reale in arte a causa dell'esiguità delle risorse. Dunque, interventi spot e a macchia di leopardo. Nulla per il microcredito e per le piccole e medie imprese, quindi mancanza di un piano di sviluppo. La cessione di partecipazioni azionarie, per esempio, è null'altro che un prelievo mascherato – continua – Il fondo previsto per il reddito minimo è insufficiente e alla fine creerà amare aspettative. Il Bilancio è ingessato con spese già predestinate e la mancanza di un serio piano di rilancio, volto a reperire risorse reali, non può che preoccuparci. "Infine questa maggioranza ha, comunque, continuato a presentare gragnuole di emendamenti, non dimostrando lo stesso nostro senso di responsabilità".

Critiche dal M5S.
"Si è preferito - dicono i deputati stellati - pensare a petrolieri e a proprietari di cave, tranne che ai siciliani. Una manovra brutta nei contenuti e anche nella forma, che attesta un modo di lavorare molto approssimativo di questo Parlamento e, soprattutto, del governo, che porterà a cozzare contro il muro del Commissario dello Stato. La Finanziaria è stata riscritta direttamente in aula, a dispetto di quanto esitato in commissione Bilancio. Siamo certi che saranno molte le norme impugnate".