Palermo – Pranzi e cene, ma anche abbigliamento intimo, borse firmate, assicurazione auto e ... fumetti.
Tutto per un uso che di istituzionale ha ben poco, ma veniva pagato con soldi pubblici.
Il Parlamento regionale siciliano non è da meno rispetto alle altre regioni. Almeno così pensa la Procura di Palermo, che ha messo sotto inchiesta 97 parlamentari e 14 tra dipendenti e consulenti dei gruppi dell'Ars. Per tutti l'accusa è di peculato.
La Guardia di finanza ha passato al setaccio i documenti relativi alle spese dei gruppi della scorsa legislatura e di quella precedente accertando che i fondi assegnati per spese di segreteria sarebbero stati impiegati per acquisti personali.
A ricevere l'avviso di garanzia gli ex capigruppo Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D'Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini e Cataldo Fiorenza .
La notizia è stata data in aula, nel corso del dibattito sulla Finanziaria, dall'esponente Pd Antonello Cracolici. "Ho ricevuto qualche ora fa un avviso a comparire davanti alla Procura di Palermo per fatti che riguardano la mia funzione di capogruppo nella scorsa legislatura - ha detto -. Essendo un uomo pubblico, l'ho fatto per evitare interpretazioni che possano creare fatti di retroscena di chissà quale mistero si possa collegare ad una vicenda giudiziaria che si è aperta sulla fine della scorsa legislatura. Tutte le contestazioni che mi vengono mosse riguardano la funzione di capogruppo, non vengo accusato di aver messo un euro in tasca, o un acquisto improprio".
Indagati anche l'attuale presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone (che al tempo dei fatti contestati era un deputato dell'Udc); l'ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo; l'ex presidente dell'Ars, Francesco Cascio; gli ex assessori regionali Alessandro Aricò, Michele Cimino e Pippo Gianni. Indagati anche il segretario regionale siciliano del Pd, Giuseppe Lupo; il capogruppo dei democratici all'Ars, Baldo Gucciardi; il deputato nazionale del Pd e membro della segreteria del partito Davide Faraone.
Sceglie l'ironia l'ex governatore Raffaele Lombardo: "Sono ormai un collezionista di avvisi di garanzia, indagini e processi...".
"Sono indagato - ha commentato Ardizzone - per 2.090 euro che mi avrebbe trasferito il Gruppo misto nella scorsa legislatura. Erano i soldi per il rimborso forfettario del mio portaborse. Ero appena uscito dall'Udc per aderire ad un nuovo gruppo. E passai dal misto perché c'è sempre un momento di transito quando si crea un nuovo gruppo. Ho fiducia nella magistratura ma sono pronto a giustificare tutto attraverso la tracciabilità".
Toto Cordaro, attuale capogruppo del Pid-Grande Sud, ha detto di avere appreso dagli organi di stampa di essere indagato: "Se fosse così sono pronto a chiarire tutto ciò che mi sarà contestato, ma sarebbe stato più opportuno se mi fosse stato comunicato dagli organi preposti".
"Sono sereno - commenta l'ex capogruppo di Fli, Livio Marrocco - tanto da aver io stesso consegnato già un anno fa alle autorità competenti tutta la documentazione contabile di cui si parla. Chiarirò nella sede opportuna- cioè dinanzi ai magistrati- di non aver mai fatto ricorso a soldi pubblici per spese personali, mi spiace solo che si stia dando un'immagine distorta e offensiva della mia persona. Ad esempio è falso che io abbia stipulato abbonamenti a Diabolik: quel fumetto era allegato a uno dei quotidiani che in quanto capogruppo davo mandato di acquistare per metterli a disposizione del gruppo di Fli all'Ars. Su questo come su tutti gli altri rilievi che mi vengono mossi ho la coscienza a posto e lo dimostrerò ai magistrati, verso i quali nutro come sempre la massima fiducia".
L'ex capogruppo dell'Mpa e oggi Udc Nicola D'Agostino: "Sono stato convocato dalla Procura per rispondere del mio operato da capogruppo (durato sei mesi) nella passata legislatura. Ritengo di aver svolto l'incarico con assoluta correttezza. Non ho mai utilizzato fondi del gruppo per uso diversi da quelli istituzionali e politici, men che meno per finalità personali. Attendo di essere sentito con serenità. Ho svolto il mio breve mandato di capogruppo in continuità rispettando gli impegni contrattuali ereditati, sia lavorativi che per beni e servizi. Mi difenderò nei modi consentiti nell'unica sede giusta che è quella giudiziaria, nelle quale - da uomo delle istituzioni - non posso che riporre totale fiducia".
"Apprezziamo - dicono Lupo e Gucciardi - il gesto e la sensibilità di Antonello Cracolici che appena ricevuta una comunicazione formale dagli inquirenti in merito all'indagine sull'Ars, ha sentito il bisogno di comunicarlo prima al gruppo Pd e subito dopo al Parlamento. Un gesto rispetto istituzionale che va apprezzato. Quanto alle contestazioni rispetto all'attività di Cracolici in qualità di capogruppo durante la scorsa legislatura siamo certi che tutto il suo operato è avvenuto nel rispetto delle regole e nell'ambito della sua funzione istituzionale. La fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine ed allo stesso tempo la conoscenza e stima delle qualità personali e politiche di Cracolici ci rende sicuri che la sua posizione verrà al più presto positivamente chiarita".
"Mi viene contestato – commenta Faraone - un importo di 3.300 euro e posso dimostrare che si tratta di soldi spesi per attività politica. Se mi accorgessi che la mia vicenda è di ostacolo o danneggi il Pd - ha aggiunto - non esiterei a fare un passo indietro. Ho piena fiducia in chi indaga, se qualcuno ha usato i fondi pubblici e le risorse per fini personali, questo sarebbe molto grave. Sono tranquillissimo per le indagini che si faranno e io uscirò completamente estraneo a questa situazione"
"Compatibile con le istituzioni come il presepe e Ferragosto – il commento del Cinquestelle Riccardo Nuti, che già nei giorni scorsi aveva attaccato duramente Faraone -. Faccia un bagno di umiltà e faccia non uno, ma due passi indietro e lasci le cariche di deputato e responsabile del welfare della segretaria di Renzi. Se il nuovo del Pd di Renzi, è questo, molto, molto meglio l'usato sicuro".