Pippo Russo aderisce al Pd di Renzi

 

Pippo Russo, coordinatore regionale della Rete negli anni '90, segretario provinciale di Italia dei Valori fino a poco più di un anno fa e ideatore dello spazio politico, così lo ha definito, Io Mi Arruolo, ha deciso di aderire al PD di Matteo Renzi. L'annuncio è stato dato sabato scorso a Palermo al Centro culturale " Biotos", nel corso di una manifestazione da lui stesso organizzata sul tema del lavoro. Oltre all'economista Pietro Busetta, ospite d'onore Davide Faraone, esponente di primo piano del Partito Democratico e, come si sa, abbastanza vicino al premier Renzi. Russo ha spiegato in un appassionato intervento le ragioni della sua scelta, ben consapevole dei rischi ad essa connessi legati ai meccanismi a volte perversi esistenti all'interno di un grande soggetto politico. Secondo lui sono maturati i tempi per immaginare un PD come era stato sognato ai tempi della Rete, il movimento fondato nel 1991 da Leoluca Orlando, unico momento, lo abbiamo notato, in cui lo ha nominato. Ha ricordato che nel simbolo stesso della Rete era contenuta la frase "per il Partito Democratico", una sorta di lungimiranza e di carica profetica che tutti riconoscono, almeno per il passato, al professore Orlando. Per Pippo Russo Renzi gode dell'irresponsabilità, nel senso che non è responsabile, anche per il dato anagrafico, delle sciagure economiche, politiche ed etiche che hanno colpito l'Italia negli ultimi due decenni e nemmeno di un PD apparso sovente come una specie di arena dove si consumano lotte fratricide tra capi corrente e pezzi di apparato. Insomma, ci sono tutte le condizioni, per l'ex coordinatore retino, per tornare a sperare in quel Partito Democratico di cui la nostra democrazia ha bisogno, frutto di una sintesi armonica tra le varie culture che hanno dato vita alla nostra Repubblica, quella cattolico-democratica, la socialista-riformista, la liberal-democratica e l'ambientalista. Ha anche apprezzato Renzi premier, il suo piano delle riforme e la giusta sfrontatezza con cui si sta relazionando con l'Europa, con pezzi importanti del sistema, come Confindustria, e con i sindacati. Una sola garanzia ha chiesto a Faraone, nella sua qualità di componente della segreteria nazionale, di potere continuare a fare politica come l'ha sempre fatta e in ciò essere riconosciuto e riconoscibile dentro il Pd. In sostanza, ha chiesto autonomia e visibilità, anche per dare risposta ai tanti, e in effetti la sala era affollata, che intendono seguirlo. L'ha ottenuta a voce, ma alle parole seguiranno i fatti? Per la stima che abbiamo nei suoi confronti glielo auguriamo di cuore.