Palermo sempre più cara... Tutto ha un prezzo, anche i servizi della Polizia Municipale

polizia-municipale Palermo. Tutto ha un prezzo, questo è noto. Ma quando le amministrazioni hanno bisogno di risorse ecco che l'ingegno non ha limiti...

Tra i provvedimenti in attesa di essere discussi dal Consiglio comunale di Palermo. c'è anche il "Regolamento per la disciplina dei servizi a pagamento resi dalla Polizia Municipale" in favore di terzi. Cosa significa? Che se si organizza una sagra, una manifestazione anche amatoriale e si richiede la presenza dei vigili ci saranno dei costi extra...

Entriamo nel dettaglio.
Intanto vengono definiti servizi "in favore di terzi" quelli "in cui l'interesse preminente riguardi il soggetto richiedente e/o il medesimo ne ricavi un beneficio proprio".

L'articolo 2 chiarisce quali sono le prestazioni a pagamento: dalle "scorte per trasporti eccezionali" ai "servizi in occasione di sagre, fiere, manifestazioni sportive anche dilettantistiche o amatoriali, folkloristiche o culturali, spettacoli teatrali o musicali, concerti: servivi connessi a manifestazioni commerciali , industriali, per l'apertura festiva dei centri commerciali; servizi di viabilità per lavori stradali". E ancora "servizi resi in occasione di riti e pellegrinaggi e i servizi di supporto all'Amat finalizzati a combattere l'evasione sul pagamento del biglietto e a garantire la sicurezza sui mezzi di trasporto".
Di tutto un po' insomma...

Chi ha bisogno dei servizi della Polizia municipale, secondo la bozza di regolamento, deve fare apposita richiesta entro 15 giorni dall'evento, un funzionario valuterà l'istanza e quantificherà i costi.
Cifre messe nere su bianco in un'apposita tabella.

Per intenderci.
La tariffa oraria per agente varia in base alla qualifica (personale di categoria C o D) , all'orario e al giorno (feriale o festivo) da 30 a 49 euro, mezzi esclusi. SE infatti si devono impiegare auto o altri mezzi i costi aumento.

All'articolo 7 si chiariscono invece i criteri di impiego del personale.
"E' indispensabile – si legge – un'adesione in via preventiva da parte del personale per la resa dei servizi in regime di extrafunzionalità; i servizi vanno resi esclusivamente fuori dall'orario di servizio, nel rispetto della dignità professionale e delle tutela psicofisica dell'operatore e in ogni caso non possono superare l'orario del turno di lavoro ordinario".

I dubbi, a dire il vero, sono diversi. A iniziare dal fatto che i costi per "servizi extra" valgono sia per la piccola onlus che organizza un evento sia per la multinazionale con a disposizione ben più risorse...
A esprimere almeno qualche perplessità anche Carlo Dones, consigliere dell'VIII circoscrizione (eletto nella lista Palermo per Ferrandelli con Vendola).

"Il regolamento – dice Dones - è sicuramente necessario per non lasciare la materia priva di una regolamentazione certa. Ma il testo normativo predisposto dall'amministrazione presenta evidenti lacune che rischiano di lasciare ad un'interpretazione arbitararia decisioni sensibili che riguardano il pieno svolgimento di diritti civili e politici".

"Manifestiamo la nostra contrarietà a questo provvedimento almeno nella forma in cui esso è stato formulato. Sarebbe opportuno – aggoiunge - eliminare l'elenco esemplificativo (nell'articolo 2 ndr.) per sostituirlo con un'unica discriminante: ovvero che si sancisca il principio che per le attività prevalentemente a scopro di lucro, pubblicitario o commerciale i servizi della Polizia Municipale (richiesti o imposti dall'amministrazione) siano forniti a titolo oneroso, permettendo al più la possibilità per l'amministrazione comunale d'individuare settori produttivi che si intende promuovere (ad esempio l'artigianato ed il settore alimentare locale), per i quali concedere un'esenzione . Purtroppo invece l'attuale formulazione mette a rischio il diritto di partecipazione attiva alla vita civile, culturale e politica della città".

Per Dones poi "le proibitive tariffe previste rischiano di diventare la vera discriminante tra chi potrà 'comprarsi' il diritto stare in piazza e partecipare e chi tale diritto non potrà 'permetterselo'. Nessuna amministrazione, né questa né quelle future (perché le amministrazioni cambiano ma i regolamenti rimangono) può arrogarsi il compito di valutare, volta per volta, quando stare in piazza sia un diritto e quando invece l'esercizio dello stesso sia subordinato ad una contropartita economica; per questo chiediamo con forza che questo provvedimento venga immediatamente modificato nella convinzione che la strada è di chi la vive e di chi la anima".