La stampa cittadina ha riportato con molta enfasi la notizia che il comune di Palermo si appresterebbe a varare una nuova sanatoria edilizia a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio Comunale di un ordine del giorno che si limita a chiedere all'amministrazione di valutare l'applicabilità, in sede di esame delle istanze di sanatoria degli abusi edilizi ai sensi della legge 326/2003 (ultimo condono fiscale), di un parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa a sezioni riunite, richiesto dall'Ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione, del 31 gennaio 2012.
La stampa - si legge in una nota diffusa dal Consigliere del MOV 139 Alberto Mangano - ha dato ampio risalto ad un comunicato, diffuso attraverso le agenzie, del consigliere comunale Nadia Spallitta, riportando e interpretando il contenuto dello stesso e traendo conclusioni che possono essere solo il frutto di un processo alle intenzioni che non ha nulla a che vedere con le motivazioni che hanno indotto la Commissione a predisporre l'ordine del giorno.
"Occorre precisare - dice mangano - che l'oggetto riguarderebbe solo il condono del 2003 e non quelli precedenti, per il quale sono giacenti circa 15000 domande.
Inoltre riguarderebbe non già la valutazione di ammissibilità del condono ma esclusivamente la valutazione/parere sulla compatibilità con i vincoli esistenti che verrebbe demandata all'organo che ha apposto il vincolo. Sollevare il problema che si possano sanare opere non sanabili, alla luce dei vincoli esistenti, equivale a dire che gli organi che pure hanno apposto i vincoli non sarebbero capaci di
determinarsi. E allora perchè prima di concedere un'autorizzazione si richiede il rilascio del nulla osta agli stessi organi titolari del vincolo?
Il consigliere Spallitta dovrebbe essere più cauta nelle sue argomentazioni e non adombrare cose che non sono. La materia del condono edilizio ha dato luogo in passato a procedure che hanno determinato spesso contenziosi che hanno visto troppo frequentemente soccombere l'amministrazione, con l'aggravio del danno erariale.
L'ordine del giorno - aggiunge - si limita ad invitare l'amministrazione a valutare la portata del suddetto parere al fine di evitare l'insorgere di un contenzioso che non fa bene nè all'amministrazione nè ai cittadini coinvolti. E' un principio sbagliato? Credo proprio di no. Ritengo sia un corretto modo di intendere la funzione di una pubblica amministrazione che non può dar conto a posizioni di natura ideologica ma deve operare nel rispetto della giurisdizione. Il modo in cui il consigliere Spallitta sta conducendo questa polemica determina un caso politico che voglio sperare venga chiarito , altrimenti sarò io a trarne le conseguenti determinazioni".