La sprecopoli siciliana: il parlamento regionale costa 160 milioni, un sesto della spesa di Montecitorio

 

crocettaIncipit: "Ridurremo i costi della politica" diceva Crocetta in campagna elettorale. 

Ogni anno il costo per i contribuenti supera i 160 milioni di euro. Come scrive Il Sole 24 ORE, si tratta del fondo dotazione che la Regione (e quindi i contribuenti siciliani) gira all'Ars, cioè al Consiglio dell'isola. Cifra che vale da sola "un sesto dell'intera spesa della Camera dei deputati della Repubblica, che ha 630 parlamentari contro i 90 deputati dell'assemblea isolana".

Il quotidiano quindi analizza le spese anche delle altre Regioni, come la Lombardia il cui Consiglio composto da 80 consiglieri e dunque 10 meno della Sicilia, costa meno della metà di quello siciliano. La Lombardia spende 68 milioni, avendo oltretutto più del doppio degli abitanti della Sicilia. "Il che vuol dire che in termini relativi il parlamento siciliano costa oltre 5 volte quello lombardo", il Piemonte spende 62 milioni, il Consiglio veneto costa ai cittadini 52 milioni. l'Emilia solo 34 milioni.

"Si dirà siamo al Sud, in una regione a statuto speciale – si legge ancora nell'articolo – Il paragone è fuorviante. E allora perché la Campania che certo non ha meno problemi della Sicilia riesce a gestire il proprio Consiglio con 66 milioni? E anche la Puglia non va oltre i 52 milioni. Come si vede quel costo supera mediamente di quasi tre volte quello che ogni Regione italiana spende per i propri organi legislativi. Non c'è giustificazione che conti quindi. Quel costo non solo è insostenibile, ma non ha ragion d'essere se non quella di arricchire la casta dorata della politica siciliana. Ora il nuovo bilancio preventivo del 2013 promette la svolta. Si fa la spending review. Meglio tardi che mai si dirà. Ma visto il nuovo bilancio si tratta di un mero abbellettamento che nulla cambia sulla sprecopoli siciliana.
Nel 2013 la dotazione che la Regione fornisce scende a 152 milioni dai 162 milioni del 2012. Dieci milioni risparmiati. E la spesa totale dovrebbe fermarsi a 162 milioni contro i 173 milioni archiviati nel 2012. Di più non è stato fatto. Resta anche quest'anno quel divario folle tra Palermo e il resto d'Italia. Il taglio dicono non può andare oltre, perché il 90% delle spese sono spese obbligate. Già per cosa? Il solo personale in servizio e in pensione si mangia oltre al metà del bilancio. Sono 87 milioni di euro in stipendi e pensioni dei dipendenti. Una cifra che supera del 30% l'intero bilancio della Lombardia. I dipendenti in servizio sono 239 e costano in soli stipendi 37 milioni con una media di 155mila euro pro-capite. E sono esclusi gli oneri previdenziali e fiscali.
I deputati e gli ex deputati costano 40 milioni che diventnao 47 con i contributi ai gruppi parlametari. Non c'è regione italiana così munifica con i propri legislatori e dipendenti. Non basta.
Tanti dipendenti e strapagati ma il Consiglio spende altri 3 milioni per il personale per collaborazioni esterne.
Ma ad essere messo in evidenza è anche un altro importante elemento, ovvero le cifre che continuano ad essere spese dalla Regione nonostante la crisi e i debiti: "Anche nel 2013 la Presidenza del consiglio spenderà 870mila euro per attività culturali e cerimonie. E altri 925mila euro finiranno in spesa per rappresentanza. Non si bada a spese neanche sulla comunicazione. Ecco a bilancio 1,35 milioni. E la caffetteria per parlamentari e dipendenti si mangerà altri 800mila euro. Tra auto blu, pulizie e call center ecco stanziati altri 3,2 milioni. Sommate tutto a avrete uscite previste per il 2013 per 164 milioni.
Un sesto dell'intera spesa di Montecitorio".
Vale la pena ricordare a questo punto, che in campagna elettorale, il governatore Crocetta aveva puntato proprio sui costi della politica e la riduzione delle spesa.

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