Palermo. Via libera dell'Assemblea regionale siciliana al Dpef.
Un'approvazione travagliata che non è stata immune, come da copione, alle polemiche.
Le tensioni a Sala d'Ercole si sono scatenate quando il vicepresidente vicario, Antonio Venturino, che presiedeva i lavori, ha proceduto alla votazione per 'alzata e seduta'. Una prima conta ha registrato 27 voti a favore e 26 contrari, quindi un solo voto di scarto, ma l'opposizione ha duramente protestato chiedendo la votazione elettronica. In Aula si sono così registrati momenti di tensione.
Venturino ha proposto un'inedita votazione, chiedendo ai deputati di spostarsi, separandosi in due gruppi: i favorevoli da un lato e i contrari dall'altro. Tanto è bastato per scatenare la bagarre con la rinnovata richiesta di voto elettronico.
"Il regolamento dell'Ars prevede che in questi casi si voti per alzata e seduta - ha ribadito Venturino-. Chi ci osserva, anche in televisione, vede uno spettacolo tutt'altro che decoroso".
I deputati dell'opposizione hanno reagito abbandonando l'Aula e il voto è stato eseguito 'per alzata e seduta'.
Soddisfazione per il via libera è stata espressa dal capogruppo del Pd, Baldo Gucciardi. "Si tratta - dice - di un altro tassello che testimonia il percorso di risanamento e di messa in sicurezza dei conti della Regione, un percorso complicato ma indispensabile: si è stabilizzata una situazione che appena pochi mesi fa era critica, la strada è ancora lunga ma la direzione è quella giusta".
Di parere opposto il capogruppo del Pdl Ncd, Nino D'Asero, per il quale "incongruenze e manchevolezze sono gli elementi essenziali di questo documento finanziario presentato dal governo". "Malgrado tutte le promesse e l'esperienza già maturata l'anno scorso quando alla fine è stato varata una manovra limitata e quasi vuota – aggiunge D'Asero – anche quest'anno si arriva a dicembre con un documento di programmazione: praticamente inutile.
Mancano norme sugli investimenti per istituire sani automatismi per frequenze positive alle imprese, che siano di nuova formazione (sempre che in Sicilia si possa ancor parlare di nuove aziende) o che siano già attive malgrado le mille difficoltà fra le quali operano. E manca qualsiasi input per una occupazione sana che domani non pesi sulla spesa pubblica. Non vi è traccia di snellimento della burocrazia, di azioni mirate allo sviluppo dei comparti produttivi ed economici dal Turismo, all'agricoltura o all'artigianato".