Gli Uccelli liberi i cittadini in gabbia.
Da mesi ormai non si fa che parlare di falchi, colombe e pappagalli ammaestrati, ma non è la LIPU ( l'Ente Italiano Protezioni Uccelli) a tener banco nelle prime pagine di tutti i giornali, ma bensì la politica. Quello che resta del PdL oggi ri-forza italia, domani nuova italia e via a dire e a reinventare nomi ed acronimi ormai privi di qualsiasi concretezza e utilità per il paese, ma sopratutto inutili per tutti coloro che questo paese lo popolano. I cittadini. Studenti, giovani in cerca di un lavoro, professionisti, imprenditori, lavoratori, precari, pensionati, nuovi poveri, tutti a comporre una mappa sociale in cui nuove e vecchie “categorie” si alternano tra crisi e disperazione guardando ancora alla politica e alla propria classe dirigente con gli occhi sgranati, sbalorditi, ormai a bocca aperta in attesa di un segnale vero e concreto. Una strada, un percorso da poter intraprendere per continuare a resistere per sperare in un futuro per figli e nipoti.
Ma quello a cui si assiste è ben altro da una qualsiasi soluzione. Politica e politici che ormai “starnazzano” per restare in tema ornitologico... solo tra di loro, chiusi, lontani dal comprendere i veri problemi del paese e altrettanto lontani da ipotizzare soluzioni. Una classe dirigente incapace, corrotta, interessata solo a se stessa, priva di qualsiasi dignità e rispetto verso il ruolo e le istituzioni che rappresentano. Lo Stato, le Istituzioni, parole svuotate da qualsiasi significato di conio. Burattini in mano a gruppi di potere e finanziatori senza scrupoli che mettendo i propri servi nelle stanze dei bottoni, tengono salde le redini dei propri interessi. Del paese reale, dei cittadini e dei loro legittimi interessi e necessità si è persa completamente traccia.
Uomini che fanno e disfanno le regole scrivendole ad agio e consumo di chi il gioco lo governa sapendo di stare giocando una partita truccata.
I falchi, le colombe, e i pappagalli volano liberi, facendo e disfacendo, tenendo i lucchetti delle gabbie ben chiusi, quelle stesse gabbie in cui ci hanno chiusi tutti dentro.
di Ugo Piazza