Il caso emblematico è quello dei progetti sulla raccolta differenziata dei rifiuti presentati 4 anni fa dagli ATO. 4 anni per esaminare i progetti...
Nella GURS n.24 del 21.05.2010 venivano pubblicati i Decreti nn.105 e 106 del 29.04.2010 del Direttore Generale (DDG) del Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti (DRAR) che, in estrema sintesi, consentivano la presentazione, da parte degli ATO rifiuti, di azioni di sostegno alla realizzazione di interventi infrastrutturali ed impiantistici ed azioni di incentivazione e di sostegno alla raccolta differenziata.
Le risorse economiche erano garantite dal PO FESR 2007/2013, ed ammontavano complessivamente a circa 29.300.000,00 euro.
La presentazione dei progetti sarebbe dovuta avvenire entro 30 giorni dalla pubblicazione sulla GURS (20.06.2010).
I due DDG venivano pubblicati anche poco prima era stata emanata la L.R. n.9 del 8.4.2010 con la quale gli ATO venivano messi in liquidazione.
E' quindi evidente che per la predisposizione delle graduatorie degli aventi diritto agli aiuti previsti, si sarebbe dovuto agire con una certa sollecitudine (anche se ad oggi marzo 2014, nessun ATO è stato liquidato, ma a quel tempo non si poteva sapere).
Invece la graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento è stata pubblicata nella G.U.R.S. n.7 del 17.02.2012, a quasi due anni dalla presentazione dei progetti.
Dal 17.02.2012 non si è avuta più alcuna notizia della graduatoria.
Finalmente nel marzo 2014, dopo altri due anni, il Dipartimento convoca i destinatari dei finanziamenti per sapere se permane l'interesse nei confronti dei progetti a suo tempo presentati, precisando però che, secondo la Corte dei Conti, gli ATO, essendo in liquidazione, non possono essere destinatarie di finanziamenti (ma in liquidazione non lo erano già da quando era stata emanata la legge 9 ossia dal 8.4.2010? Perché aspettare quattro anni per arrivare a questa più che ovvia indicazione?).
La Corte dei Conti individua come destinatari del finanziamento le Società di Regolamentazione dei Rifiuti, (SRR), i Comuni in forma singola e i Comuni in forma associata (ARO).
Per rendere possibile il passaggio dei progetti dagli ATO a tali enti, il Dipartimento chiede che i progetti siano inseriti nei Piani d'intervento – come se non fosse a conoscenza che solo pochi Comuni e pochissime ARO li hanno predisposti, e addirittura siano inseriti nei Piani d'Ambito delle SRR, che in mancanza dei Piani d'intervento non possono essere redatti.
Ritiene, inoltre, essenziale che i progetti abbiano mantenuto i requisiti di ammissibilità previsti nel bando, come se non sapesse che i bandi sono vecchi di quattro anni e se tutto fosse rimasto immutato.
In definitiva tutto appare come una inutile perdita di tempo, che durerà fino a quando i finanziamenti non saranno definitivamente persi e si sarà persa una occasione importante per aiutare un settore di cui è nota la crisi. Mai come in questo caso vale il proverbio che individua nella testa la causa del cattivo odore.