Diciamoci la verità, si proprio quella così sfuggente e ormai desueta, quella da nascondere o rivelare ma mai nella propria sconfinata e devastante interezza. Si, diciamoci la verità. Quella che ci fa mangiare le unghia pur di tenerla dentro, quella che tutti sanno ma che nessuno dice mai.
Palermo, la nostra città, se già non lo è sta progressivamente morendo. Il tempo dei proclami delle buone intenzioni, di un futuro sempre più nebuloso non appassiona più nessuno. Perchè il vero tema è il presente, oggi se non gli viene ridato un presente il futuro resterà sempre un orizzonte, che per propria natura è irraggiungibile. Dove è finita quella sua devastante decadenza attiva, i profumi i colori, quei suoni desueti per chi no vi è nato, compagnia rassicurante per chi li ascolta dalla nascita.
Questa città ha perso la cosa più preziosa che aveva, la propria Identità. Caro sindaco lei poco poteva fare, ma poco probabilmente si è fatto. Il peccato è originario, come un peccato d'amore. La sua campagna elettorale è stata come la storia di un innamorato. Proprio come l'innamorato, anche Lei costruì un racconto accattivante da poter rappresentare alla sua bella. Ma questa volta l'idilliaco colpo si fulmine non è scoccato. La bella, nostra città, si è dovuta illudere e ri-innamorarsi di Lei, quando poco più di due anni fa le regalò il cuore, perchè il cuore era distratto forse disperato, un ritorno di fiamma che come quasi tutti i ritorni di fiamma dura poco e lascia poi un grande amaro in bocca. Ma la responsabilità non è solo di chi cade nell'illusione, è anche di chi illude, sopratutto quando i falò della vanità ardono i sensi e spingono a dire e a fare tutto pur di conquistare la preda. " Luca il Sindaco lo sa Fare" ha attirato la preda in gabbia, ma la preda era già stata sbranata.
Si, questa città è sbranata, e il tema vero è che si sono persi due anni di grande importanza, cosa è stato fatto in questi due anni? E cosa importa cosa si farà nei prossimi due, perchè questi trascorsi non torneranno indietro e sono stati anni duri, ogni mese è più duro del precedente.
Il coraggio e la speranza dei cittadini sono finiti, oggi c'è la necessità, l'emergenza, la sopravvivenza. Questa città deve recuperare identità e verità, un percorso chiaro e immediato, fatto sopratutto da piccoli, ma importanti, interventi quotidiani. I cittadini hanno bisogno di riconoscersi in un percorso nuovo, libero, concretamente riscontrabile, di poter mandare i propri figli in sicurezza in scuole che non siano a rischio strutturale, di poter avere qualche parco in cui potervi anche giocare con i figli, di luoghi simbolo che non vengano messi sotto sequestro per incuria e pericolosità, magari anche di un centro storico che non venga giù ad ogni acquazzone, di marciapiedi puliti e di un po di decoro nell'arredo urbano, di trasporti efficienti, di qualche strada chiusa definitivamente al traffico come in ogni città europea, insomma di una semplice, banale ma fondamentale normalità. Perchè, ricordiamoci che è il quotidiano che alimenta la speranza per il futuro e non viceversa.
Di Ugo Piazza