Palermo. Si procede a tappe forzate a Palazzo dei Normanni per il varo della legge di stabilità.
Ieri ha preso il via una seduta domenicale non stop della commissione Bilancio, alle prese con le centinaia di emendamenti alla legge. Il testo dovrebbe essere pronto entro mezzogiorno di oggi per essere incardinato in aula.
Una vera e propria maratona che si inserisce in un quadro per nulla disteso.
Nell'ultima seduta, infatti, l'Aula ha bocciato la proroga dei commissari delle Province e il governo Crocetta è stato battuto per un voto. "Se si escludono i 13 del Movimento Cinque Stelle - fa i conti il capogruppo grillino Giancarlo Cancelleri - della maggioranza hanno votato contro solo in diciannove".
Tecnicamente la bocciatura riguarda solo la proroga dei commissari non l'intera legge. "I commissari - ha spiegato il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone - saranno adesso prorogati per via amministrativa per quarantacinque giorni". Entro quella scadenza bisognerà arrivare ad approvare la riforma per i liberi consorzi e le città metropolitane. Altrimenti scatteranno i termini per l'indizione di nuove elezioni.
Ma la sconfitta del governo ha dato il via a pungenti polemiche.
Per Nello Musumeci "Non c'è più una maggioranza, almeno sulla riforma delle Province. L'approvazione dell'emendamento del nostro gruppo dimostra che una parte dei deputati, di tutti i gruppi, è stanca di assistere impotente ai continui rinvii di un governo incapace di sostituire le Province che dice di volere cancellare". "Col voto d'aula - aggiunge il deputato - si pone fine a questo teatrino e si impone all'Ars di varare una legge entro un mese e mezzo. Che si mantengano le Province o che si cambi il loro nome in 'Liberi consorzi' per noi poco conta. L'importante - conclude Musumeci - è che gli organi di gestione operino a titolo gratuito e che siano eletti direttamente dal popolo e non nominati dai partiti".
Il segretario dell'Udc Sicilia, Giovanni Pistorio, parla di "Un fatto gravissimo che ostacola il percorso di rinnovamento degli degli enti locali che il governo regionale e la sua maggioranza stanno portando avanti in Sicilia''. Secondo il leader centrista quello che è accaduto è "probabilmente frutto della confusione e della tensione di una sessione parlamentare molto delicata e complessa, nella quale bisogna approvare anche la finanziaria: la maggioranza che sostiene il presidente Crocetta, quindi, si è mostrata nervosa e non sufficientemente compatta''.
"La sconfitta del Governo in Aula - per il capogruppo del Partito dei Siciliani-Mpa Roberto Di Mauro - è, al di là del dato tecnico e numerico, una sconfitta politica del presidente Crocetta, che ancora una volta ha mostrato l'inconsistenza della sua raccattata maggioranza, che già al momento del voto sulla mozione di sfiducia si era mostrata del tutto risicata. Non a caso quei 46 voti comprendevano anche quelli 'last-minute' di alcuni parlamentari del centrodestra".
Per il capogruppo Pd Baldo Gucciardi ''Bisogna prendere atto del voto dell'Aula, che in realtà ci vincola adesso ad una accelerazione del percorso per il completamento della riforma delle Province e l'istituzione dei liberi Consorzi dei Comuni'. Questa è una riforma rispetto alla quale il Pd ha avuto fin dal primo momento una posizione netta ed univoca - prosegue -. Dopo il voto di oggi, che ha anche un significato politico, tutte le forze a partire da quelle della maggioranza sono chiamate a dire chiaramente come la pensano. Ognuno - conclude Gucciardi - si assuma le proprie responsabilità a cominciare dall'esame di Bilancio e Finanziaria''.
E sempre in casa Pd, Giovanni Panepinto, chiarisce: "Il voto è frutto di un mix di fattori: una serie di coincidenze, qualche franco tiratore e l'errore nella rilevazione del voto da parte del sistema elettronico. Quel che di certo non c'è, è una fronda interna al PD. Ad ogni modo – conclude l'esponente democratico - abbiamo tempo e modo per superare lo 'scivolone' d'aula e varare una riforma importante e attesa".
"Viene meno - attacca Saverio Romano (FI) - uno dei punti qualificanti dell'azione politica di questo governo e del suo presidente. La bocciatura in Aula della proroga dei commissari nelle province siciliane, oltre a rappresentare una sconfitta per il governatore, è un chiaro segnale politico. La parola torni subito ai cittadini siciliani. La democrazia vive di elezioni e di partecipazione".
"Mi sembra palese – aggiunge il capogruppo Cinque Stelle, Giancarlo Cancelleri - che in Sicilia si debba tornare al più presto al voto. Crocetta non ha più una maggioranza e ne abbiamo avuto la conferma. Togliendo noi, rimangono 19 voti alla maggioranza dopo il voto, un po' scarsa come maggioranza - prosegue -. Anche l'opposizione ha poco da ridere perché abbiamo perso tempo in una situazione incredibile e siamo tornati al punto di partenza. Per noi le Province sono enti inutili e basta. A questo punto dobbiamo sperare in Roma per eliminare le Province".