Non è la prima volta che Palermo è alle prese con un'emergenza rifiuti. Negli ultimi anni più volte la città ha dovuto fare i conti con sacchetti accatastati per giorni a ogni angolo di strada e con le proteste dei lavoratori addetti alla raccolta. Con il fallimento - nel senso letterale del termine - dell'Amia, tutto è precipitato. E oggi, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei ministri, da un lato si riflette sul futuro ma dall'altro ci si chiede come smaltire la quantità di rifiuti "in bella mostra" in città.
Se infatti si procede a tappe forzate e molte strade sono state liberate, altre sono ancora off limits. Un esempio? Viale Strasburgo, via Monte San Calogero, le periferie...
E nella notte continuano i roghi. Uno di questi ha annerito la facciata della cinquentesca chiesa di Sant'Andrea, il cui restauro si era concluso alla fine del 2011 dopo tre anni di lavori.
Stamani il prefetto di Palermo, Umberto Postiglione, ha escluso l'impiego di militari per fronteggiare l'emergenza rifiuti a Palermo. Soluzione a cui si è ricorsi in passato.
"L'esercito - ha detto Postiglione a Rgs - non verrà utilizzato. Non ha i mezzi per occuparsi di questa situazione. Ha in dotazione delle ruspe, ma non macchine per il trasporto dei rifiuti".
Il prefetto ha ricordato che dopo la proroga dello stato di emergenza per Palermo tocca ora alla Regione nominare un commissario.
"La Regione - ha affermato Postiglione - dovrà nominare un commissario al quale saranno dati poteri e mi auguro adeguate risorse per fronteggiare l'emergenza. Ma si tratta pur sempre di rimedi temporanei. Occorrono misure che diano una risoluzione il più possibile definitiva. L'orgine dell'emergenza è nella riforma del settore dei rifiuti".
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