Slitta la decisione sul rinvio a giudizio degli imputati nel processo sulla presunta Trattativa Stato-mafia, dal cui troncone principale però si sfila Calogero Mannino, per cui il gup Piergiorgio Morosini ha accettato la richiesta di rito abbreviato, accogliendo l'istanza di stralcio avanzata dai legali dell'ex ministro, che sarà giudicato in solitaria a partire dal 20 marzo.
Sono adesso dieci, dunque, gli imputati che dovranno aspettare la decisione (inizialmente attesa per oggi) di Morosini, dato che che il magistrato ha deciso di sentire, in data da destinarsi, nell'ambito probatorio le testimonianze del boss imputato Giovanni Brusca, dell'allora capo della Polizia Gianni De Gennaro e di Paolo Bellini; quest'ultimo, un passato da terrorista nero indagato tra l'altro per la strage alla stazione di Bologna, avrebbe tenuto stretti contatti con i vertici di Cosa nostra durante il periodo stragista del biennio '92-'93.
Ad inizio udienza - stamattina all'aula bunker del carcere palermitano Pagliarelli – il pm Nino Di Matteo ha tra l'altro depositato alcuni atti riguardanti la posizione di Mannino, che proverebbero i contatti tra l'esponente Dc e l'ex capo del Ros Antonio Subranni (anch'esso imputato nel procedimento). Mannino infatti avrebbe rintracciato Subranni per stoppare alcuni piani di morte che il politico riteneva i mafiosi avessero in serbo per lui.
Ieri, invece, era stata stralciata la posizione di Bernardo Provenzano, a causa delle sue precarie condizioni di salute. L'udienza a carico del boss è stata rinviata al 29 gennaio.
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