Durante le ultime elezioni amministrative a Giardinello (Palermo), il 6 e 7 maggio dell'anno scorso, ci sarebbero stati una serie di contatti tra i candidati alla carica di sindaco e nelle liste per il Consiglio comunale con esponenti di vertice delle famiglie mafiose di Giardinello e Montelepre. E' uno dei filoni dell'indagine che ha scoperto il nuovo "super mandamento" mafioso di Camporeale, azzerato la scorsa notte con 37 arresti I mafiosi sarebbero stati avvicinati dai candidati, e avrebbero condizionato la confluenza dei voti su quelli a loro graditi.
In un secondo momento, i boss avrebbero anche interferito nella nomina degli assessori. In particolare il reggente del clan di Giardinello, Giuseppe Abbate avrebbe manifestato la sua ferma determinazione di appoggiare il candidato sindaco, poi effettivamente eletto, Giovanni Geloso, assieme ad alcuni consiglieri e assessori. Al momento la Procura di Palermo non ha individuato comportamenti penalmente rilevanti a carico del sindaco, nei cui confronti non è stato emesso alcun provvedimento giudiziario.
Nel corso delle indagini sono emersi anche 4 casi di estorsione e una tentata estorsione. Spicca tra questi il 'pizzo' sui lavori di adeguamento e alla sistemazione esterna della palestra comunale di Montelepre: l'impresa aggiudicataria delle opere, oltre ad impegnarsi a pagare una tangente di settemila euro al sindaco Giacomo Tinervia, dovette anche sottostare anche alle richieste di Cosa nostra. Secondo la Procura i boss sarebbero stati messi in contatto con l'imprenditore proprio tramite all'intermediazione del sindaco. Un'altra atttivita' economia taglieggiata fa capo a un imprenditore edile di Monreale, che ha denunciato i suoi estorsori. Le altre richieste di 'pizzo' sono relative alla costruzione di un parcheggio multipiano a Montelepre e all'apertura di una pizzeria a Girdinello. La tentata estorsione sarebbe invece avvenuta ai danni di una sala giochi di Monreale.
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