Un percorso lungo quasi 7 mila chilometri, attraverso il freddo Canada: senza soldi, in autostop tra le strade del "grande nord", spesso attraversate solo da orsi grizzly o da grandi alci. A supportarlo: la gente che incontrerà, delle mappe, gli utenti del web e l'entusiasmo per il rischio.
Nuova avventura per il filmaker palermitano Igor D'India, che dal 29 aprile percorrerà a piedi e in autostop il tragitto tra Toronto, nell'estremo Sud-Est del Canada (capoluogo della provincia dell'Ontario), e Dawson city, cittadina di circa 2.000 abitanti situata nell'estremo nord del Canada, ai confini con l'Alaska e punto di confluenza dei fiumi Klondike e Yukon. Qui, tra la fine del 1800 e l'inizio del Ventesimo secolo, è scoppiata la febbre dell'oro.
Un percorso, quello di Igor, che vedrà protagoniste due strade storiche come la Transcanda highway e l'Alaska highway, definite «molto impegnative» per gli "hitchers" (autostoppisti) dallo stesso Christopher McCandless, il protagonista realmente vissuto del romanzo "Into the Wild - Nelle terre selvagge", da cui è stato tratto l'omonimo film di Sean Penn.
Un'avventura che non inizierà a Toronto città, dove in genere non si fa l'autostop, ma dalle strade poco più a nord, punto di transito dei grandi camion. Per raggiungere l'obiettivo il filmaker si porterà dietro un Iphone (per aggiorare il blog quando trovera' copertura di rete) un piccolo zaino militare, cibo, una mappa e dei vestiti pesanti. E per dormire? L'attrezzatura prevede anche una telo di plastica che farà a suo modo da tenda. Vista la bassa densità di popolazione del Canada e in particolare dello Yukon (un'area grande quanto l'Italia e il Portogallo dove abitano appena 33 mila persone), le probabilità di non trovare un passaggio saranno abbastanza alte, con il rischio di non incontrare anima viva per giorni e giorni.
"Lo scopo del viaggio – dice Igor – è raccontare il fenomeno dell'autostop per le leggendarie strade del secondo Paese più grande del mondo, raccogliendo informazioni, storie, foto, video, e giungere infine a Dawson, che è stato il centro più importante nell'epoca della Gold Rush, la febbre dell'oro. Il sindaco, Wayne Potoroka mi aiuterà a trovare testimonianze e luoghi per ritrarre ciò che è rimasto oggi dello splendore dell' epoca, ormai perduto. Agli inizi del secolo la città contava più di 20000 abitanti, negli anni Settanta erano scesi a 8000, oggi sono meno di 2000. Le interviste e le immagini che raccoglierò saranno parte integrante del documentario che continuerò a girare l'anno prossimo tra Canada e Alaska nel fiume Yukon. Certo aprile e maggio non sono i mesi migliori per viaggi di questo tipo. Farà ancora freddo, soprattutto in Alberta, e i chilometri da percorrere non sono pochi. Ma spero di affinare le tattiche dell'autostoppista durante il percorso, magari imparando da altri».
Igor D'india, 28 anni, non è un neofita delle esplorazioni avventurose in campo documentaristico. Lo scorso anno ha presentato e caricato on line "Oreto the urban adventure", ovvero un percorso a piedi in acqua, dalla foce alla sorgente - tra liquami fognari, cascate, carcasse di automobili, animali inaspettati, agrumeti e meraviglie della natura - del fiume che attraversa il capoluogo siciliano. Sempre nel marzo dello scorso anno ha vissuto 30 giorni isolato a 30 metri di profondità dentro la grotta del Pidocchio nella Riserva naturale orientata di Monte Pellegrino. Nell'estate del 2011, invece, è salito agli onori delle cronache seguendo in bicicletta e in senso inverso - da Marsala a Torino - i 2100 chilometri di percorso dei Mille che accompagnarono Giuseppe Garibaldi e contribuirono all'unità d'Italia.
L'intera avventura canadese di Igor D'India sarà raccontata dallo stesso filmaker, quasi quotidianamente, attraverso il sitowww.igordindia.it/myblog. Per chi volesse contribuire al viaggio di Igor, è possibile anche fare una donazione attraverso il sito. In cambio il filmaker si impegnerà a spedire al benefattore una cartolina fotografica con i ringraziamenti personali.
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