L'accusa è quella di interruzione di pubblico servizio e si riferisce a quanto accaduto a luglio scorso quando scoppiò l'incendio nella discarica di Bellolampo e nelle settimane successive, in cui la città si ritrovò invasa dai rifiuti. Tonnellate da smaltire e secondo la procura di Palermo, i lavoratori dell'Azienda (da pochi giorni dichiarata fallita)decidevano senza alcuna autorizzazione di incrociare le braccia.
L'indagine è coordinata dal pm Claudia Bevilacqua, secondo cui circa 800 lavoratori dell'Amia in stato di agitazione, si recavano in ufficio, timbravano regolarmente il cartellino e poi si riunivano in assemblea, scioperando dal lavoro.
Non è la prima volta che i dipendenti dell'Amia vengono indagati dalla Procura e sempre per interruzione di pubblico servizio.