L'Art 37 del nostro statuto recita: "1- Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell'accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. 2- L'imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima"
Il decreto legge di attuazione sarà deliberato in Commissione paritetica Stato-Regione: "lo Stato - spiega l'assessore regionale al Bilacio Luca Bianchi - riconosce lo Statuto e ne da il via libera all'applicazione". Il ddl è in fase di definizione, quindi non è ancora tempo di cantare vittoria e di grandi proclami sull'attuazione dell'art.37 che, in soldoni prevede che le imprese che operano in Sicilia pagheranno le tasse nell'Isola.
Paradossalmente la crisi ha dato una spinta al percorso di riconoscimento dell'articolo 37. Oggi il gettito vale circa 50 milioni di euro l'anno mentre fino a qualche anno fa era pari a circa 250 milioni di euro l'anno e dunque lo stato non ci avrebbe certamente rinunciato.
"Il Governo nazionale - ha detto Crocetta - ha approvato all'unanimita' il provvedimento sulla base delle buone prassi di bilancio che il governo siciliano ha avviato, attraverso le azioni di spending review, i tagli delle province, delle partecipate, la revisione di spesa per gli assessorati, il taglio del salario accessorio, la chiarezza dei conti, quindi, sulla base dell'azionedi buon governo che la Sicilia sta portando avanti". Il Consiglio dei ministri, ha dato il via libera inoltre, al decreto sui Fondi Fas.
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