Lo ha definito così il presidente della Corte d'Appello di Palermo, Vincenzo Oliveri, nel suo discorso di benvenuto, ricordando il lontano 1978 quando ebbe il piacere di conoscere il dottor Scarpinato. Oliveri ha poi ha ripercorso alcuni dei passi fondamentali compiuti dal neo pg di Palermo e quindi il processo per l'omicidio di Salvo Lima in cui rappresentava l'accusa, così come il processo Andreotti.
La parola poi è passato all'avvocato generale dello Stato Ignazio De Francisci che rivolgendosi al procuratore Scarpinato ha detto: "Ci ha legato ,'esperienza delle stragi e prima ancora quella di lavorare con Falcone e Borsellino. Mi rivolgo a tutti i magistrati, inquirenti e giudicanti, perché tutti allo stesso modo portaimao avanti il nostro dovere, la nostra opera, per questa Palermo che si trova a vivere tempi perigliosi".
Anche presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati Francesco Greco, ha dato il suo benvenuto al Pg: "Siamo orgogliosi di averla alla guida della Procura. Il Consiglio dell'ordione è disponibile a collaorare in ogni attività".
Il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo ha ricordato le capacità organizzative di Scarpinato, e in particolare facendo riferimento al suo coordinamento del Dipartimento mafia-economia, che comprendeva anche il settore delle misure di prevenzione. Un metodo che ha ricevuto anche una certificazione di merito a livello europeo.
Non poteva mancare invece, il saluto del procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari. Che ha speso poche e semplici parole, ma forse le più significative pronunciate oggi in quell'Aula magna: "Per noi è una grave perdita – ha detto Lari – la sua presenza per noi è stato motivo per poter lavorare con tranquillità. Il sapere che ci fosse un uomo come lui, salite quelle scale, a cui poter chiedere consiglio , con cui poter confrontarsi. Non ci ha mai fatto mancare il suo appoggio . il distretto giudiziario di Palermo fa il miglior acquisto possibile".
Infine la parola è passata al "Forbito oratore", che tutti ha incantato con il suo primo discorso da Procuratore generale di Palermo. Le sue parole si legano a doppio filo a quelle del dottor Lari: "La mia porta - ha detto - sarà sempre aperta al dialogo e sarà un baluardo dell'indipendenza della magistratura. Chiederò a tutti , me stesso in primis, di compiere tutti gli sforzi che saranno necessari per poter individuare la migliore direzione di marcia da seguire".
Scarpinato ha poi voluto "raddrizzare il tiro" in merito alle critiche spesso avanzate sull'operato dei magistrati a volte indicati come coloro che vogliono processare la storia: "È la Storia – ha detto – che nel suo tracimare, spesso violento, si è riversata talora nei processi che sono stati instaurati solo per necessità di giustizia. La storia di questo Paese ha connotati di anomalia. Stragi, omicidi eccellenti si sono susseguiti, dalla strage di Portella della Ginestra, sino alle stragi del '92. E' una storia che non ha eguali a quella di nessun altro Paese europeo di democrazia avanzata. Tutte le componenti della magistratura hanno operato nei limiti della giurisdizione e per accertare le responsabilità individuali. I processi sono sempre stati fatti per fare giustizia, senza guardare in faccia nessuno, come deve fare un magistrato e applicando la legge in modo uguale per tutti, potenti e cittadini senza potere. Questo credo che sia una lezione di etica collettiva e senso dello Stato che questo Palazzo, dai tempi di Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e propagandosi in altri palazzi di giustizia, di Agrigento e Caltanissetta, dà in questo momento all'intero Paese. Palermo – ha aggiunto – è passata dall'essere capitale della a capitale dell'antimafia grazie al lavoro di solitari pionieri antimafia. E' germogliata una rivoluzione culturale che ha travalicato il ristretto mondo giudiziario ed è divenuta epopea nazionale. Grazie a questi uomini è stata rilanciata la credibilità dello Stato per troppo tempo indebitamente identificata con alcuni impresentabili".
Infine, una riflessioni su quanto accaduto nelle scorse settimane, ovvero le minacce indirizzate ai magistrati di Palermo e Caltanissetta: "Come già accaduto in passato in questo Paese - ha concluso - quando ci sono problemi relativi al quadro politico c' è chi ne approfitta''. Si tratta di un'ipotesi investigativa, ma delle questioni relative alla sicurezza occorre occuparsi per tempo''.
La cerimonia finisce; tra i corridoi si sentono solo parole buone nei confronti del dottor Scarpinato, complimenti e attestati di stima. Qualcuno dice che lo avrebbe voluto come Capo della procura, un ruolo di certo più "operativo", ma c'è da giurarci, il dottor Scarpinato non rimarrà solo una "figura istituzionale".
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