Era tra i cespugli il coltello a serramanico di 7 centimetri con il quale lo scorso 26 aprile Massimo Pandolfo è stato ammazzato al Teatro del Sole, la struttura abbandonata nel quartiere Acqua dei Corsari, a due passi dal bar del Bivio.

Lo scorso mercoledì è stato fermato un diciassettenne, l'ultima persona, secondo i tabulati telefonici analizzati dagli inquirenti, con cui l'imprenditore palermitano avrebbe parlato il giorno della scomparsa, il 25 aprile. Dopo 14 ore di interrogatorio ha confessato l'omicidio.

Pandolfo era molto conosciuto nell'ambiente gay e pare fossero note le sue abitudine ad andare con giovani ragazzi che si prostituiscono abitualmente, come il suo assassino.
Il diciassettenne avrebbe dichiarato agli inquirenti di aver reagito ad una particolare richiesta sessuale di Pandolfo e da lì sarebbe poi scaturito l'omicidio.

I pm che coordinano le indagini, non escludono che ci possano essere uno o più complici. I colpi inferti a Pandolfo, la forza con cui sono stati sferrati, non sembrerebbero compatibili con la stazza del diciassettenne, considerato anche che la vittima era un ex pugile e che fosse fisicamente prestante e quindi perfettamente in grado di difendersi dall'aggressione del ragazzo.
L'auto di Pandolfo, con cui i due erano giunti al teatro del Sole, è stata ritrovata ieri in una stradina di Brancaccio.