''Ciancimino è un calunniatore, ha detto tante cose false. Parla di telecomandi che aprivano vari cancelli. Non avevo proprietà. Lui parla della Keller in viale Strasburgo, ma io non ho mai avuto proprietà in quella zona. Non ho mai conosciuto ne' lui ne' suo padre. Tutto quello che ha detto se lo è inventato''. Così Nino Madonia, imputato davanti alla corte d'assise di Palermo per l'omicidio del medico Sebastiano Bosio avvenuto il 6 novembre nel 1981, rispondendo alle domande del suo difensore, l'avvocato Marco Clementi.
Durante le scorse udienze del processo, Massimo Ciancimino aveva detto che suo padre ''seppe da Bernardo Provenzano e da Giuseppe Giacomo Gambino che ad uccidere Bosio, perche' si era messo di traverso, era stato Nino Madonia''. ''Non ho mai conosciuto il dottor Bosio ne' sono stato mai visitato da lui'', ha ribadito Madonia che ha sostenuto di non essere il colpevole dell'omicidio Chiazzese e Dominici. Madonia e' stato rinviato a giudizio dopo la perizia dei carabinieri del Ris che stabilì che la calibro 38 usata per uccidere Bosio sarebbe la stessa che sette mesi dopo, il 5 giugno 1982, fu utilizzata dal killer di Resuttana per uccidere due meccanici di Passo di Rigano, Francesco Chiazzese e Giuseppe Dominici. Per quel duplice omicidio, Madonia e' stato condannato. ''C'e' stato un errore giudiziario - ha spiegato - Non ho nessuna responsabilita'. Sono tanto una vittima sacrificale della stagione dei collaboratori. Tra l'altro non ho mai fatto parte di Cosa nostra''. Su uno dei pentiti che lo accusa, Salvatore Cucuzza, Madonia ha spiegato che i due avrebbero avuto uno ''screzio in carcere''. (ANSA)