Palermo. Niente intesa, niente accordo, tanti disagi. E' saltato il tavolo tra il cda della Rap, l'azienda di igiene ambientale di Palermo nata dalla ceneri della fallita Amia, e i sindacati. Sul tavolo i tagli proposti dalla società per far quadrare i conti.
Il piano presentato dal presidente Sergio Marino non ha convinto i sindacati, che parlano di "sacrifici" imposti ai lavoratori "senza alcun ritorno". Martedì è in programma un nuovo incontro, ma ormai l'emergenza rifiuti in città è esplosa da giorni. Cumuli di immondizia e discariche improvvisate fanno bella mostra di sé in diverse zone della città e puntuali, ogni notte, si susseguono i roghi di cassonetti.
Per risparmiare i 12 milioni necessari a far quadrare i conti l'azienda ha proposto agli oltre 2mila lavoratori contratti di solidarietà. Un'ipotesi respinta dai sindacati, che hanno già proclamato lo stato di agitazione. Un braccio di ferro a cui si aggiungono le avarie ai mezzi. Sono, infatti, una decina gli autocompattatori fuori uso.
Entro il 16 dicembre i cittadini dovranno pagare il saldo della Tares, con aumenti medi del 75% rispetto alla vecchia Tarsu.