Si dice spesso che i politici sono lontani dalla "gente comune".Una lontananza alimentata dai privilegi che li tengono ben al riparo dalle noie quotidiane che le persone "normali" devono invece gestire: dal traffico - superato con l'auto blu - al caro vita - che non pesa grazie alle indennità con molti zeri.
C'è però un aspetto che accomuna "personaggi" politici e persone comuni: il linguaggio. Il problema è forse proprio questo: la vicinanza ai cittadini spesso e volentieri si dimostra solo nell'uso di un linguaggio "disinvolto".
Beppe Grillo nasce come comico ma essendo il leader della terza forza presente in Parlamento non può più essere considerato solo un uomo di spettacolo. Ecco, lui ci ha abituato, a ogni genere di insulto. Che sia rivolto ai politici di lungo corso o alla stampa c'è una "buona parola" per tutti. Ma vabe', di sente, "lo conosciamo... si esprime così"...
Anche i politici "di professione" però non si fanno mancare nulla, tanto che lo psicolinguista Vito Tartamella ha dedicato al fenomeno pagine e pagine. Qualche esempio? Lo slogan usato nel 2004 dall'allora Lega Padana "Adesso basta, fuori dalle balle!"; il "Sono vecchio, ma non rincoglionito" di Silvio Berlusconi (2 marzo 2008); l' "Ascolterò la città anche a costo di qualche 'vaffa' " di Francesco Rutelli (24 febbraio 2008); l'appellativo "coglioni" usato da Berlusconi per definire l'elettorato del centrosinistra, o ancora Mara Carfagna, che quando era ministro per le Pari Opportunità, si è rivolta ad Alessandra Mussolini definendola "vajassa".
Ultimo in ordine di tempo ad adeguarsi al "nuovo corso" l'assessore al Turismo della Regione Siciliana, il cantautore Franco Battiato.
Intervenendo al Parlamento europeo per un incontro istituzionale dedicato ai "Nuovi percorsi fra turismo e cultura in Sicilia" ha detto che "Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino. E' una cosa inaccettabile''.
Frase che non è passata inosservata e ha generato un'accesa polemica.
I senatori del Pd eletti in Sicilia si sono detti "offesi dalle dichiarazioni rese dall'assessore Battiato, che sono in maniera rozza in contrasto con lo spirito di cambiamento culturale e civile rappresentato dall'esperienza della Giunta Crocetta. Non si tratta solo di un'offesa molto grave alle donne, ma anche alle istituzioni che proprio oggi vedono nella presenza delle donne un'importante segno di rinnovamento della politica e della società".
"Battiato – ha scritto su Twitter Ignazio La Russa - si è definitivamente arreso al sinistrismo e a sua maestà il denaro. Sul ponte sventola bandiera bianca!".
''Penso che Battiato – ha commentato il leader di Sel Nichi Vendola - dovrebbe chiedere scusa e capire che non è stato solo un lapsus. Si devono derubricare per sempre le volgarità del maschilismo''.
Le senatrici Linda Lanzillotta (Scelta civica) e Daniela Santanchè sono andate oltre, invitando Battiato a "tornare a fare solo il cantautore".
"Non rientra nelle nostre competenze muovere passi in un certo modo – ha commentato il presidente del Senato Piero Grasso rispondendo ai senatori che chiedevano un intervento contro Battiato- ma senz'altro esprimeremo il nostro disagio presso il governatore della Sicilia per le frasi dell'assessore''.
Severo il commento del presidente della Camera Laura Boldrini.
''Stento a credere -ha detto in Aula - che un uomo di cultura come Franco Battiato, peraltro impegnato ora in un'esperienza di governo in una Regione importante come la Sicilia, possa aver pronunciato parole tanto volgari. Da presidente della Camera dei deputati e da donna respingo nel modo più fermo l'insulto che da lui arriva alla dignità del Parlamento. Neanche il suo prestigio lo autorizza ad usare espressioni così indiscriminatamente offensive".
Battiato all'inizio è sembrato immune dalle polemiche, tanto da replicare alla stessa Boldrini. "'Avrebbe fatto meglio - ha detto - prima a documentarsi su quello che è successo oggi, perchè è chiaro che questo è tipico del nostro momento difficile, molto difficile, basta una parola...Calma, lei doveva prima telefonarmi, parlavamo e poi volentieri avrei accettato la sua critica''.
Il passo indietro è arrivato solo in serata, quando Battiato è tornato sull'argomento: "Prendo atto con dispiacere che la mia frase, che ovviamente si riferiva a passate esperienze politiche caratterizzate da una logica da mercimonio offensiva della dignità delle donne, sia stata travisata e interpretata come una offesa al Parlamento attuale, per il quale ho stima''.
Passo indietro sì, ma niente scuse.
A questo punto restiamo in attesa delle nuove esternazioni...
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