Sequestro anticipato di beni nei confronti dell'imprenditore edile Vito Tarantolo, per un valore complessivo di 25 milioni euro. La figura di Tarantolo 66 anni originario di Gibellina (Tp) ha avuto un ruolo rilevante nella gestione per conto di "Cosa Nostra" di importanti appalti . Il suo nome è legato a quello del latitante Matteo Messina Denaro: nel 2007 in occasione del blitz della Polizia di Stato che portava alla cattura di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, vennero rinvenuti alcuni scritti del latitante trapanese in cui si faceva riferimento proprio a Tarantolo e in particolare alla Co.Ge.ta srl, che ha avuto grossi appalti nel trapanese ma non solo. A Palermo, all'impresa furono affidati i lavori di rifacimento della recinzione dell'aeroporto Falcone Borsellino (– stralcio di completamento 2.615.227,28, anno 2003 – 04-05-06)
Il Provvedimento è stato emesso dal Presidente del Tribunale di Trapani, su Proposta del Questore di Trapani a conclusione di analisi condotte dalla Divisione Anticrimine della Questura guidata da Giuseppe Linares e Finanzieri del Nucleo di P.T. della Guardia di Finanza di Trapani nell'ambito dell'operazione denominata Araknos.
Il sequestro anticipato ai fini della confisca: 82 beni immobili, 33 beni mobili (autovetture, furgoni, mezzi meccanici) registrati, 3 società/imprese (capitali sociali e pertinenti complessi aziendali), 18 quote societarie, 37 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, 2 società sottoposte ad amministrazione giudiziaria ex art 34, per un valore complessivo stimato in atti di circa 25 milioni di euro.
Di seguito il video sull'attività di Vito Tarantolo e dalla Go.Ge.Ta. srl