Un ingente patrimonio, costituito da imprese, attività commerciali ed immobili, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza di Palermo in esecuzione di tre distinti provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo.
Il primo sequestro ha riguardato un costruttore palermitano di 50 anni, già oggetto di fermo nel 2009 per essere stato indicato da diversi collaboratori di giustizia quale elemento di rilievo della famiglia di Tommaso Natale e del mandamento di San Lorenzo; condannato nel maggio 2012 dalla Corte di Appello di Palermo alla pena di dodici anni di reclusione per associazione mafiosa, è stato poi raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, sempre nel maggio 2012, in relazione ai reati di intestazione fittizia di beni, in quanto avrebbe gestito affari ed imprese nell'interesse dei "boss" Lo Piccolo, ottenendo in cambio, grazie agli appoggi dell'organizzazione mafiosa, l'aggiudicazione di sub-appalti e lavori edili nella provincia di Palermo.
Nei suoi confronti sono stati ora sequestrati un avviato panificio, due società di costruzioni e tre immobili, oltre che due sale scommesse, formalmente intestate a prestanome, per un valore complessivo di Euro 1.384.000.
Il secondo provvedimento di sequestro ha riguardato un imprenditore edile di 64 anni originario di Carini (Pa), ritenuto contiguo alla omonima famiglia mafiosa, per la quale si sarebbe adoperato per la riscossione del pizzo, circostanza confermata anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. Nel dicembre 2010 è stato tratto in arresto in quanto ritenuto responsabile anche dell'occultamento aggravato di un cadavere, rinvenuto all'interno di un fondo di sua proprietà; con sentenza emessa in data 15.06.2012 dal GUP del Tribunale di Palermo è stato poi condannato ad anni 10 di reclusione per associazione di tipo mafioso.
Il sequestro nei suoi confronti ha riguardato uno stabilimento industriale del valore di circa 500.000 euro sito in Carini ed affittato ad una impresa di servizi, ritenuto riconducibile e nella piena disponibilità dell'imprenditore, sebbene intestato ad un prestanome; infatti le indagini economico – finanziarie svolte dalle Fiamme Gialle hanno dimostrato che era proprio lui e non il formale proprietario a riscuoterne i canoni di locazione.
Il terzo provvedimento eseguito ha riguardato invece un imprenditore palermitano di 48 anni, già sottoposto nel 2011 alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di p.s. e condannato, nell'ottobre 2010, dal Tribunale di Palermo – IV Sezione Penale ad un anno di reclusione per tentata estorsione aggravata, violenza e minacce e poi nel novembre 2011 a 13 anni di reclusione dal Tribunale di Palermo – V^ Sezione Penale per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerose rapine. Nei suoi confronti sono stati ora sequestrati due appartamenti nel centro cittadino, nonché un ristorante e un discobar molto frequentati, per un valore commerciale di oltre due milioni di euro, anche questi formalmente gestiti da un prestanome. Le risultanze investigative hanno infatti evidenziato forti discordanze tra i beni posseduti dal nucleo familiare del soggetto e le loro fonti di reddito ufficiali.
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