Quello tra l'Ordine dei Giornalisti e la nuova amministrazione regionale è un amore che proprio non vuole sbocciare.
A dare il via alle ostilità è stata la decisione del presidente della Regione di mandare a casa i giornalisti dell'ufficio stampa, proprio quelli entrati nell'epoca di Cuffaro per chiamata diretta. Oltre alla contesa legale aperta tra i cronisti e il governatore, a destare molte critiche è la gestione attuale dello stesso ufficio. Andati via i "vecchi" componenti dell'uffio stampa, la comunicazione è affidata ai diretti collaboratori del presidente e all'orizzonte non c'è concorso o selezione pubblica.
Ieri nuovo scontro.
L'Ordine dei Giornalisti di Sicilia ha notificato a Crocetta e ai componenti della sua giunta una "formale diffida per la continua divulgazione di comunicati stampa privi di firma o firmati da persone non iscritte all'albo dei giornalisti, fra i quali ci sono gli stessi esponenti politici, burocrati regionali e impiegati, che curano in prima persona i rapporti con gli organi di informazione, ignorando del tutto le funzioni e le specificità degli uffici stampa, previsti per legge".
Secondo quanto riportato nella lettera di diffida, inviata anche alla Procura di Palermo, l'Ordine sottolinea che "le norme vigenti riservano l'esercizio dell'attività giornalistica, svolta in forma sistematica, professionale e continuativa, agli iscritti all'albo e che la violazione di questo principio può integrare gli estremi del reato di esercizio abusivo della professione".
L'Ordine ha chiesto anche di conoscere "chi e quanti siano - dopo la chiusura dell'Ufficio stampa della Presidenza - i nuovi referenti dell'informazione istituzionale alla Regione, come siano stati reclutati, quale tipo di contratto e di retribuzione siano previsti per il loro lavoro, a quali codici deontologici essi rispondano, e desidera conoscere anche se saranno mai messe in pratica le modalità di reclutamento trasparenti, sbandierate dal presidente della Regione, a parole, in numerosi salotti televisivi, ma finora rimaste sulla carta" .
Ma la diffida non sembra preoccupare il governatore che replica: "La libertà d'espressione è un diritto fondamentale, per questo mi ritengo liberissimo di scrivere delle note, anche alla stampa, di dialogare con le agenzie, di pubblicare dei post su Facebook". Per Crocetta "non si può parlare di esercizio abusivo della professione. Scrivo solo di me stesso. Se mi dicono che l'impiego di professionisti può avere effetti sulla qualità della comunicazione è un altro discorso. Ma la tutela dei giornalisti non può portare ad una violazione dei principi costituzionali come la libertà d'espressione".
A questo punto però sorge una domanda: dal momento che esiste una legge che regola la comunicazione e gli uffici stampa delle amministrazioni, dal momento he esistono profili chiari come – appunto – ufficio stampa e portavoce, perchè non applicare solo le norme (perfettibili o no) che già esistono?
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