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Lo Bello: i siciliani scelgano politici adeguati...

Caro Presidente Lo Bello, dove è la scelta? In occasione delle commemorazioni per l'assassinio di Libero Grassi, imprenditore palermitano che per primo disse no al racket delle estorsioni e che fu brutalmente ucciso per mano mafiosa, il vice presidente nazionale di Confindustria, il catanese Ivan Lo Bello, lancia un appello ai siciliani in vista delle imminenti consultazioni per il rinnovo del parlamento regionale e l'elezione del Presidente della Regione: "I Siciliani scelgano politici adeguati".

Caro Presidente, il tema centrale è proprio questo, la scelta - la libera scelta. Ad ogni consultazione elettorale si parla della necessità di rinnovare la classe dirigente politica, regionale o nazionale che sia, ma il punto su cui nessuno si sofferma riguarda gli strumenti che ogni cittadino ha a propria disposizione per esercitare la scelta. Il voto.

Ma come si fa a scegliere?

Davanti a una classe dirigente che è l'unica ad avere in mano gli strumenti per garantire se stessa e contestualmente arginare il più possibile il ricambio generazionale, è inutile nascondersi dietro uno spillo. Si sceglie tra i candidati che sono nelle liste dei partiti, in cui da un quarantennio viene dato l'assoluto "diritto di prelazione a ricandidarsi" i così detti uscenti, cioè deputati e politici di lungo corso che nessun interesse hanno a fare un passo indietro e che essendo per la quasi totalità anche dirigenti di partito, autodeterminano chi mettere in lista e chi no.. E quando proprio non possono più esserci, per motivi di detenzione giudiziaria o legati al raggiungimento dei limiti di età, hanno comunque sempre un figlio o un nipote a cui passare il testimone con il relativo pacchetto di voti. Caro presidente Lo Bello, l'appello se pur condivisibile, non va rivolto ai siciliani ma al sistema di auto-garanzia della classe politica. Sistema che limita, fino allo stremo della decenza, la possibilità a chi non è organico e soggiogato alle logiche di partito, di utilizzare il giusto strumento democratico alla vita pubblica, cioè proprio le aggregazioni politiche. Quello che va riformato è il sistema di partecipazione democratica alla politica all'interno dei partiti, l'accesso al consenso va reso più trasparente, fluido e immediato. Un paese moderno e dinamico deve avere il coraggio del cambiamento e se è il caso anche dell'inesperienza. Dopo due legislature, che ricordiamo sono ben 10 anni, ci dovrebbe essere il divieto assoluto a ricandidarsi su qualsiasi livello territoriale. Un gesto forte ma che riporterebbe la politica sul piano del servizio alla collettività e non del professionismo. Si darebbe il giusto colpo al sistema clientelare pluri-decennale, si chiarirebbe a chi fa politica che prima di essere un buon politico bisogna dimostrare di essere stati buoni cittadini, cioè si costringerebbe i politici ad avere una vita reale, per esempio a dover avere un lavoro per vivere... e non di lavorare solo per far politica.

Ugo Piazza (nella foto)