L'appuntamento è per venerdì 5 ottobre, alle ore 10,30, presso la sede di via Alessandro Volta, 44, a Palermo, per analizzare la situazione di emergenza in cui è piombato il settore e per valutare le azioni da intraprendere. Dal 2008 fino allo scorso mese di giugno sono fallite 457 aziende edili e che hanno perso il lavoro 46.300 dipendenti diretti e circa 30.000 dell'indotto.
L'Ance Sicilia (associazione nazionale Costruttori Edili), ha preannunciato più volte che centinaia di imprese saranno avviate a fallimento a causa della valanga di crediti non riscossi vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, ma – dicono dall'Associazione – nessuna notizia è più giunta dal governo centrale sulla promessa esenzione dei fondi Fas e di Protezione civile dal Patto di stabilità, che consentirebbe alla Regione di sbloccare subito pagamenti per circa 600 milioni e nuovi impegni di spesa per 300 milioni. Da quanto si è appreso, di queste somme l'assessorato regionale all'Economia destinerebbe al settore edile solo alcune decine di milioni (detratte le somme per il trasporto pubblico locale), ben poca cosa rispetto ad un credito complessivo di 1,5 miliardi di euro.
"La mancata regionalizzazione del Patto di stabilità ha fatto perdere alla Sicilia, tra incentivi previsti e sblocco di spesa, circa 370 milioni di euro – dichiara il presidente dell'Ance Sicilia Salvo Ferlito – che nel periodo gennaio-agosto 2012 si è registrato un calo del 41,78% del numero di opere poste in gara rispetto allo stesso periodo del 2011. Dal 2007 al 2011 si è registrata in totale una flessione del 50% del numero di bandi pubblicati e del 56% degli importi posti in gara.
Nei giorni scorsi l'assessore Regionale all'Economia Armao aveva detto "Il negoziato sul Patto di stabilita con il Governo è in dirittura e arrivo e l'intesa sulla piattaforma proposta dalla Regione ha trovato la condivisione della Ragioneria generale, sicché ormai si attende solo la firma del Ministro che dovrebbe giungere tra domani e dopodomani (era il 20 settembre, ndr)". Armao aveva dichiarato anche che la Regione aveva ottenuto il riconoscimento di ulteriori spazi finanziari (circa 600 milioni per pagamenti e 300 milioni per impegni, era il target che ci eravamo dati quale obiettivo ottimale) in esenzione rispetto ai rigidi tetti fissati dal Patto. "Una volta intervenuta la sottoscrizione ministeriale potremo procedere ad allocare tali nuovi spazi finanziari tra le amministrazioni e, sono certo – aveva concluso Armao – che le imprese riceveranno la necessaria attenzione".