Economia in affanno, con il pil che diminuisce e disoccupazione in aumento. A scattare la fotografia dello stato di salute dell'economia della Sicilia è la sede di Palermo della Banca d'Italia, che ha presentato alla stampa il tradizionale rapporto 'Economie regionali. L'economia della Sicilia'.
Nell'Isola il Pil regionale nel corso del 2012 è sceso più che nel resto del Paese, facendo segnare un -2,7% a fronte del -2,4% nazionale.
"Lo scenario a fine 2012 non è positivo - spiega Giuseppe Arrica, direttore della sede di Palermo di Bankitalia -. In Sicilia la regressione maggiore del Pil rispetto al dato nazionale sta diventando una costante: negli ultimi 5 anni nel Paese il prodotto interno lordo è calato di 7 punti, qui nell'Isola di 10".
"L'uscita dal tunnel non è vicinissima – assicura - e la ripresa nella regione non avverrà se prima non ripartirà l'economia nazionale nel suo complesso. Se a livello nazionale si riuscirà a invertire il trend negativo entro la fine dell'anno, allora potremo sperare che questo avvenga pure in Sicilia. Anche se, di solito, c'è un gap temporale tra la ripartenza nazionale e quella dell'Isola, a causa delle elevate e diffuse carenze di tipo strutturale".
E per il sesto anno consecutivo in Sicilia il mercato del lavoro appare in netta difficoltà, con un tasso di disoccupazione tra i più elevati nel Paese. Cresciuto lo scorso anno di ben 4,2 punti percentuali, nel 2012 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 18,6 per cento (Italia 10,7% e Mezzogiorno 17,2%). Un aumento che ha riguardato indifferentemente uomini e donne, in particolare i giovani tra i 15 e 24 anni (51,3% contro il dato medio nazionale del 35,3%).
L'occupazione si è ridotta notevolmente dal 2008 al 2012 con una perdita del 5,8 per cento e, solo nel 2012, la contrazione è stata del 2,7 per cento (-0,5% 2011) con la perdita in valori assoluti di 38 mila unità. Lo scorso anno la perdita dei posti di lavoro è stata la più ampia della crisi e ha portato il livello medio di occupati nell'Isola a 1 milione 400 mila.
"Gli investimenti in capitale umano dovrebbero crescere il più possibile - sottolinea Arrica - dalle ultime indagini eseguite sul grado di scolarizzazione e sul grado di apprendimento, è emerso che in Sicilia è tra i più bassi, anche del Mezzogiorno. Il rilancio e gli investimenti dovrebbero tendere proprio ad aumentare i livelli qualitativi dell'istruzione".
Tra i settori più in sofferenza costruzioni (-10%), seguito dall'industria (-4,2%), mentre ne hanno risentito in misura minore il terziario (-1,9%) e il commercio (-0,2%). Colpiti maggiormente gli uomini (-4,0%) e gli addetti con un basso livello di istruzione (-6,3% con titolo di licenza media o inferiore), mentre si è registrato un aumento per i laureati (+ 3,7%). Un quadro ancora più nero è emerso per i giovani tra i 15 e i 34 anni di età per i quali l'occupazione si è ridotta del 6,9 per cento, con un calo più consistente per quelli fino a 24 anni (-9,8%).