C'erano tutti questa mattina all'inizio del processo contro Samuele Caruso, l'assassino 23enne di Carmela Petrucci, colpita con due coltellate nel tentativo di difendere la sorella Lucia rimasta miracolosamente viva. Era il 19 ottobre 2012 quando la famiglia Petrucci smise di respirare insieme alla piccola Carmela di appena 17 anni.
L'avvocato della difesa, Anna Pellegrino, ha chiesto il rito abbreviato che eviterà a Samuele Caruso l'ergastolo. Purtroppo la legge lo consente anche in casi come questo.
Lucia è in aula con mamma, papà e il fratello che non la lascia sola nemmeno un minuto.
Dall'altra parte lui, l'assassino, che guarda fisso davanti a se.
L'udienza è a porte chiuse, dietro la porta a vetro ci sono i compagni e le compagne di Carmela, alcuni indossano delle magliette con scritto "Ti sento...nell'aria che è cambiata"...
Sono nervosi, Martina ha il mal di pancia e dice " Sai cos'è la cosa peggiore? E' che sei qui con tutta la speranza del mondo, ma non sai se sarà fatta giustizia. E questa è la cosa che ti fa più rabbia!". "Questa legge è assurda! Come può esistere una legge del genere! – dice un'altra compagna – dovrebbero buttare la chiave. Come sono andate le cose è palese, lui non è pazzo, lui ci stava eccome con la testa quando ha ammazzato Carmela". I ragazzi sperano che il pm, (Caterina Malagoli, ndr), chieda il massimo della pena: "Sarà sempre troppo poco - dicono - ma almeno speriamo questo".
Ma nel corridoio del Tribunale ci sono anche i familiari di Samuele; la madre il fratello. Lei guarda il figlio da lontano e dice a bassa voce: "Figghio mio, figghiò mio". Poi si allontanano. L'aria è tesa. Gli sguardi si incrociano, ma i compagni di Carmela respirano e volgono lo sguardo verso Lucia che li vede e sorride. Per la prima volta da quando è entrata in aula.
Poi la madre e il fratello e i nonni di Samuele si avvicinano alla porta dell'aula. Chissà cosa è passato nella mente di queste persone quando hanno iniziato a fissare Lucia e i suoi familiari. E' dovuto intervenire un carabiniere per chiedere cortesemente, di allontanarsi.
Oggi il gup Daniela Camardone ha deciso sulle parti civili che hanno chiesto di costituirsi, ovvero la famiglia della giovane, l'associazione Le Onde Onlus che si occupa di attività specifiche volte al contrasto del fenomeno della violenza verso le donne e i bambini (visita il sito http://www.leonde.org/), l'associazione In braccio alla Luna e il Comune di Palermo. Quest'ultima richiesta è stata contestata perché: "Al di là degli atti di indirizzo politico - ha detto la difesa - il Comune non ha mai fatto attività concrete con impegni finanziaria". Le richieste sono state comunque tutte accolte salvo quella dell'associazione In Braccio alla Luna costituita nel marzo del 2012.
La difesa di Samuele Caruso ha depositato una perizia che dimostrerebbe che il ragazzo al momento dell'omicidio non era capace di intendere e di volere. Sarà il Gup dopo avere letto tutte le carte, a decidere se farla esaminare da un perito incaricato dal Tribunale e la comunicazione sarà data in occasione della prossima udienza, fissata per il 27 giugno.
Occhi gonfi e arrossati, oggi al Palazzo di giustizia. Sguardi arrabbiati, voci rotte, mani che si stringono, grandi sospiri. Cresceranno forti più di quanto immaginano questi ragazzi, che tra un paio di settimane inizieranno gli esami di maturità.
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