Macabra scoperta a Casteldaccia, a pochi chilometri da Palermo.
I Carabinieri hanno trovato i corpi di due uomini, uccisi da almeno trenta colpi di pistola, in una discarica abusiva di rifiuti in contrada Fiorilli.
Le vittime, Juan Ramon Fernandez Paz e Fernando Pimentel, erano tra i 24 destinatari del provvedimento di fermo che ieri ha sgominato la cosca mafiosa di Bagheria. Non si avevano più loro notizie dal 9 aprile scorso.
Secondo quanto reso noto, l'omicidio dei due boss canadesi sarebbe maturato in una faida interna ai clan canadesi. Una marcata situazione di instabilità interna, degenerata negli ultimi anni in numerosi omicidi e fatti di sangue e documentata attraverso una serie di intercettazioni proprio tra Fernandez Paz e lo stesso Pimentel, che periodicamente si recava in Sicilia per aggiornare il boss della evoluzione della guerra in corso in Canada.
In particolare, secondo gli investigatori, il duplice omicidio è stato deciso a causa dell'atteggiamento "ambiguo" di Fernandez, che aveva preferito non schierarsi tra le due fazioni in lotta, costituite dalla vecchia guardia della famiglia con al vertice il boss Vito Rizzuto, e da uno schieramento ''ribelle'' guidato da Raynald Desjardin, del quale il Fernandez Paz era ritenuto molto vicino.
Nel corso di una intercettazione ambientale, infatti, Fernandez Paz riferiva di essere stato formalmente affiliato alla famiglia di Cosa Nostra canadese insieme al Desjardin nel corso di una cerimonia officiata dallo stesso Vito Rizzuto.
Il vecchio boss, in considerazione delle capacità criminali dei due, aveva contravvenuto alla regola che prevede l'affiliazione soltanto ad esponenti di origine italiana, decretando l'affiliazione all'organizzazione mafiosa di Fernandez, che era di origine spagnola, e di Desjardin, originario della regione francofona del Quebec. "Ma la posizione 'attendista' di Fernandez Paz - spiegano gli investigatori - è stata giudicata pericolosa in virtù delle sue riconosciute capacità criminali e operative".
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