Acceso pomeriggio a Palazzo delle Aquile, dove il sindaco Leoluca Orlando ha dato un resoconto dell'incontro di ieri a Roma tra Comune, Regione e Governo sulla vicenda Gesip e partecipate del Comune. Arrivano presto gli operai della Gesip, subito dopo pranzo, e vorrebbero tutti entrare per partecipare all'incontro. Davanti al diniego della polizia che presidiava l'ingresso del Comune con due camionette blindate, gli animi si sono surriscaldati. Sono volate parole grosse e qualche spintone. Poi la situazione è stata sedata e 30 operai hanno potuto prendere posto all'interno dell'aula consiliare. Insieme a loro le organizzazioni sindacali e i giornalisti.
Alle 16 il sindaco comincia a parlare, facendo un escursus di tutto ciò che da maggio ad oggi è stato fatto per cercare di risolvere la vicenda Gesip. Spiega nuovamente che l'idea è di costituire una società consortile che comprenda tutte le partecipate, in maniera da pagare solo una volta l'Iva, risparmiando a favore dei lavoratori e che non sono stati accettati i 10 milioni che il Governo voleva mettere in ballo per tamponare il problema. Ma gli operai non stanno più nella pelle, vogliono sapere qual'è il loro destino, così uno di loro, acceso il microfono davanti alla sua postazione prende la parola: "Signor Sindaco, mi scusi se mi permetto, ma dov'è la novità in tutto quello che ci sta raccontando?"
"Sto facendo un resoconto di ciò che è successo - risponde infuriato Orlando - perché dobbiamo sapere cosa è stato fatto fino ad ora. Stiamo cercando di trovare una soluzione definitiva e non una toppa ai vostri problemi - prosegue il sindaco - una soluzione che possa dare a tutti voi dignità."
Applausi.
Poi il sindaco va alle novità: "Abbiamo ottenuto finalmente un tavolo tecnico nazionale, ieri tutti i ministeri erano presenti a Palazzo Chigi. Il Governo ci ha accordato gli ammortizzatori sociali in deroga per tutti i lavoratori fino a Dicembre 2012, a partire dal primo settembre scorso".
I volti dei lavoratori ora sembrano più distesi, il licenziamento è scongiurato, ma vogliono capirci di più. Un operaio prende la parola: "Sindaco, ma io u stipendio a fini misi u pigghiu?"
"Certo che lo prenderete - afferma il primo cittadino - 970 euro più gli assegni familiari. E' chiaro che entro Dicembre dovremo attuare un piano di lavoro per i mesi e gli anni a venire."
C'è perplessità tra i tavoli dell'aula consiliare, qualcuno è soddisfatto, qualcun altro si domanda se li pagheranno senza andare a lavorare, qualcun altro ancora se i soldi che percepirà sono a lordo o al netto. A smorzare un po' l'entusiasmo della maggior parte dei lavoratori gli interventi dei sindacalisti. Il primo a prendere la parola è Paolo Di Gaetano di Usb: "Signor Sindaco, ho stima per lei, ma ho molti timori. Ritengo che lei abbia portato da Roma una sconfitta. Bisognava attaccare il Governo Monti - prosegue il sindacalista - occorreva un'azione più dura. Le faccio una proposta, si dimetta, lei e la sua Giunta, per dare un segnale forte."
Orlando furioso: "Fino a ieri non c'era un euro. Oggi c'è la cassa integrazione per tutti i lavoratori. Gesip oggi non è più una peregrina solitaria, ma è compresa nel bilancio del Comune, anche se di quello allargato, trattandosi di partecipata. Non mi dimetto - ha urlato. - Per i prossimi cinque anni, mi dispiace per chi non lo gradisce, sarò il sindaco di questa città."
Poi è la volta di Mimma Calabrò, segretaria provinciale Fisascat: "Professore Orlando, le faccio notare che ad oggi, 18 settembre, mancano 70 milioni per sopperire alla cassa integrazione dei lavoratori che sono a turno. Inoltre va spiegato ai lavoratori che 970 euro che percepiranno sono al lordo. Continuo infine a sostenere che se non avremo un piano industriale - prosegue la Calabrò - non potremo permetterci salti nel buio. Servono garanzie."
Il sindaco arranca: "Abbiamo ricevuto dal Governo rassicurazioni sulla carta..."
Il suo balbettio viene interrotto da un operaio: "Sindaco, ma perché invece di fare tutti questi passaggi non ci mandano a lavorare?"
"Perché chi mi ha preceduto si è fregato pure i chiodi del muro. E' chiaro? - la risposta veemente di Orlando."
Applausi.
"Io per una questione di dignità voglio andare a lavorare - grida dalla tribunetta un giovane operaio."
Gli fa eco un signore un po' più attempato: "Luca, che sia chiara una cosa, tu hai il duro compito di non lasciare disattesi gli impegni presi con noi durante la campagna elettorale, altrimenti il sistema rischia seriamente di crollare."
"Il vostro futuro dipende dal Comune di Palermo - chiosa il sindaco - Gesip il primo gennaio non chiuderà."
In parte placati gli animi dei lavoratori si aspetta di sapere chi svolgerà quei servizi in città che fino al mese scorso erano svolti da Gesip. Il sindaco ha dichiarato "in qualche modo faremo, ci arrangeremo", ma altra gente, altre famiglie, come i genitori degli iscritti alla Aias che non sanno come portare i propri figli malati al centro e vogliono risposte concrete.
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