La data "x" è quella del 28 ottobre, quando si tornerà alle urne per il rinnovo del Parlamento Regionale Siciliano e l'elezione del Governatore. Evento sperato, invocato a gran voce per mesi dai diversi schieramenti. E adesso? Una volta aperti ufficialmente i giochi con le dimissioni anticipate di Raffaele Lombardo sembra che le pedine stentino a trovare una collocazione sullo scacchiere partitico. Il problema è quello delle alleanze che si stanno formando, per alcuni trasversali, per altri forse poco chiare o strumentali. Non esule da palesi contraddizioni è proprio l'attuale Governo della Regione:
L'ex sindaco di Gela Rosario Crocetta è sostenuto da Pd e Udc e negli ultimi giorni ha incassato anche il via libera dell'Api di Rutelli.
Ecco il primo problema: tra i rutelliani c'è Beppe Spampinato, che proprio l'ex presidente Lombardo ha messo alla guida dell'assessorato regionale alla Famiglia e al Lavoro. Spampinato, che nei giorni scorsi aveva detto di aspettare una presa di posizione netta del proprio partito, continua a tacere e riveste ancora la carica di assessore, rendendosi disponibile alle dimissioni senza però specificare quando....
Stesso ragionamento per Massimo Russo. Negli ultimi anni, uomo di punta dell'esecutivo di Lombardo nel ruolo di assessore alla Sanità, l'ex magistrato è stato il simbolo del "nuovo corso della sanità in Sicilia" targato Mpa. Unico e solo a rimanere al proprio posto nei diversi rimpasti effettuati nel corso della legislatura.
Russo nelle ultime settimane si è però allontanato dal suo "papà" politico per sostenere oggi ufficialmente Crocetta.
I conti quindi non tornano: Spampinato e Russo sostengono Crocetta ma allo stesso tempo sono autorevoli esponenti di una maggioranza creata da Lombardo che ha come candidato di riferimento alla Presidenza Gianfranco Miccichè. Cosa succede? Si tratta di due uomini liberi che altrettanto liberamente sceglieranno cosa fare? Di due spine nel fianco per l'ex presidente Lombardo e per l'attuale maggioranza? O bisogna pensare a un più generale problema di (in)coerenza politica che ci accompagnerà per tutta la campagna elettorale?