La Costituzione italiana prevede che, per l'elezione del Capo dello Stato, ogni regione provveda a designare itre rappresentanti che vanno a integrare deputati e senatori (unica eccezione la Valle d'Aosta, che invia un solo delegato). Così in tutto lo Stivale i consigli regionali scelgono a chi affidare il delicato ruolo.
Ieri la votazione all'Assemblea regionale siciliana.
I 90 inquilini di Sala d'Ercole hanno scelto il loro presidente Giovanni Ardizzone (Udc), l'ex presidente Francesco Cascio (Pdl) e il governatore Rosario Crocetta (Il Megafono). L'elezione è avvenuta con scrutinio segreto. Al numero uno di Palazzo dei Normanni sono andati 46 voti, al pidiellino Cascio 33. Il presidente della Regione ha ottenuto solo 29 preferenze, tallonato da Salvatore Siragusa (M5S) con 25 voti.
I conti non tornano e si capisce chiaramente che le acque non sono poi così calme.
In aula erano presenti 85 dei 90 deputati. I cinque assenti erano tutti della maggioranza che poteva contare dunque su 41 voti (ogni parlamentare poteva esprimere due preferenze).
Ad Ardizzone sono andati 46 voti, quindi 5 in più de previsto.
Cascio ha avuto 33 voti, anche per lui 5 dal momento che l'opposizione contava in aula su 28 deputati.
Considerando poi che i deputati "stellati" sono 15, altri 10 deputati di altri schieramenti hanno votato per l'esponente del M5S.
Quanto a Crocetta, al conto mancano 12 voti.
Dal momento che ogni deputato poteva esprimere due preferenze, possono esserci varie interpretazioni. Per esempio, in alcune schede scrutinate c'era una sola preferenza e in molti casi gli abbinamenti sono risultati singolari (un voto per un deputato di maggioranza e l'altro per uno di opposizione). Altri undici parlamentari hanno ricevuto almeno una preferenza; una la scheda nulla.
Che succede quindi?
A farsi interprete del disagio la rappresentante della formazione crocettiana Democratici e riformisti per la Sicilia Alice Anselmo: "Noi abbiamo votato compatti per Ardizzone e Crocetta. Ora ciò che mi preoccupa non sono i cinque voti in più ottenuti da Cascio, ma i dieci voti in meno presi da Crocetta. Dobbiamo approvare un bilancio, se continuiamo a giocare con queste maggioranze non so che bilancio verrà fuori. Questo segnale rende urgente una riunione di maggioranza".
E mentre la maggioranza "riflette", i grillini lamentano l'esclusione dalla delegazione che andrà a Roma. "Ci dispiace - dice il capogruppo Giancarlo Cancelleri - non essere tra gli elettori del presidente della Repubblica visto che siamo il gruppo più numeroso dell'opposizione. I dieci voti in più saranno giunti da diversi esponenti di partiti differenti che hanno condiviso la nostra impostazione". E attaccano: "E' il trionfo del modello 'piatto di lenticchie', un accordo nato la scorsa settimana col voto di genere, proseguito stamattina in Commissione e concretizzatosi stasera in aula".
Per Antonello Cracolici (Pd) però ''parlare di inciucio è una sciocchezza, anzi: Crocetta ha preso meno voti di quanto ci si aspettava''.
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